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Steven Tyler a Cotronei

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Il Comune di Cotronei va avanti sul Borgo del rock anche dopo la diffida di Steven Tyler

COTRONEI (KR) – Aggiudicato l’appalto per il “Borgo della Musica Rock”. Si chiamerà così, ora. Non più “Steven Tyler’s Gallery”. La Stazione unica appaltante della Provincia di Crotone ha redatto la graduatoria provvisoria attribuendo alla Puccio Engineering srl l’appalto da 919mila euro per la realizzazione di un progetto che sembra monco dopo la diffida all’eventuale utilizzo non autorizzato del nome e dell’immagine dell’artista, inviata al Comune di Cotronei in nome e per conto della rockstar di origini cotronellare dall’associazione a lui intitolata. Trentuno le imprese partecipanti.

Il sindaco, Antonio Ammirati, è andato avanti comunque, dopo la figuraccia planetaria rimediata dall’ente in seguito alla delocalizzazione del sito originariamente previsto in palazzo Bevilacqua, un immobile di pregio, anche se pericolante, nel centro storico: là visse Giovanni Tallarico, nonno del leader degli Aerosmith. Da qui l’ira della rockstar che non gradisce che il museo, finanziato dalla Regione Calabria per 1,3 mln col Bando dei borghi, sia realizzato in un immobile da edificare ex novo.

L’associazione Steven Tyler, presieduta da Nino Grassi, cugino del cantante, ha contestato con particolare vigore la decisione e adesso valuta un ricorso al Tar. «Senza il nome di Steven Tyler è sperpero di risorse pubbliche, la Regione dovrebbe saperlo», dice un altro componente dell’associazione, Luigi Nisticò. Le scelte erano già state compiute dall’amministrazione precedente, guidata dall’ex sindaco Nicola Belcastro, si difende il sindaco Ammirati; le trattative articolate e complesse tra proprietari e amministrazione, questioni legate al quantum da riconoscere e ai tempi delle procedure espropriative resero necessario, dal punto di vista del Comune, delocalizzare per non perdere il finanziamento.

Alla vigilia della seduta del consiglio comunale che approvò la variazione progettuale, l’associazione inviò una nota al sindaco con cui esprimeva contrarietà alla delocalizzazione e invitava gli amministratori a rivedere la decisione. Ne è seguito un dibattito ricco di spunti polemici, durante il quale furono lanciati acuti da fare invidia a quelli memorabili di Tyler, ma l’intesa a un certo punto sembrava essere raggiunta. Evidentemente il Comune però non ha più inteso cambiare idea.

Eppure è attestato da documenti storici, a partire da un atto di matrimonio, che là visse l’avo del cantante, prima di emigrare negli Usa. Uno che, diplomatosi in Mandolino alla Scuola regia di Napoli, decise di emigrare per meglio sfruttare il suo talento musicale. Il Dna non mente, perché i suoi figli fondarono la band Tallarico Brothers che suonava in giro per gli States.

Sta di fatto che il cantante non vuole più fornire al costruendo tempio del rock i cimeli per cui i fan degli Aerosmith sparsi nel mondo impazzirebbero. Invece, il nuovo progetto prevede la realizzazione di un immobile ex novo in un seminterrato, al di fuori del centro storico, su particelle di terreno che sfociano in un magazzino di 137 metri quadrati per espropriare il quale il Comune spenderà 120mila euro. Nelle carte, secondo la ricostruzione del presidente Grassi che parla di «situazione kafkiana», non c’è scritto che la Regione abbia mai autorizzato la delocalizzazione.

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