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Gli uffici della Commissione Europea

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CATANZARO – Le regioni italiane del Mezzogiorno negli ultimi mesi hanno accelerato sull’attuazione della programmazione dei Fondi europei per lo sviluppo regionale (Fesr), ma occorre uno scatto in più sulla spesa, anche per raggiungere i target della revisione sulla performance prevista per il 2019. In particolare, la Calabria verbbe ottenuto una delle fette più consistenti, pari a 1,529 miliardi di euro, piazzandosi però dietro a Sicilia, Campania e Puglia.

I dati sono trapelati da fonti dell’Unione Europea all’indomani dell’incontro, tra gli esperti delle Politiche regionali della Commissione Ue, i rappresentanti dell’Agenzia per la Coesione territoriale e quelli delle Autorità di gestione delle otto regioni destinatarie di circa l’83% del pacchetto da 20,6 miliardi di euro di Fesr, assegnati all’Italia, per il 2014-2020.

Dunque, secondo i dati emersi, a conquistare le fette più consistenti sono Sicilia, 3,418 miliardi; Campania, 3,085 miliardi; Puglia, 2,788 miliardi e, quindi, Calabria, 1,529 miliardi.

Alla fine di gennaio (ultimo dato disponibile – il prossimo aggiornamento è previsto a luglio) le otto regioni avevano selezionato il 35,2% dei progetti, rispetto ad una media italiana del 32,4% e a quella europea del 27,4%. Pari a zero (a quella stessa data) invece il numero dei rimborsi partiti da Bruxelles verso gli otto territori, a causa dei ritardi nei processi di designazione.

Senza la definizione di queste strutture che in sostanza garantiscono il controllo a livello nazionale del sistema di attuazione dei programmi, la Commissione europea infatti non può rimborsare. Tuttavia anche su questo punto sono stati fatti passi avanti. A settembre scorso era stata la stessa commissaria europea per le Politiche regionali Corina Cretu a lanciare l’allarme perché nessuna delle Regioni italiane aveva ancora completato alcun processo di designazione.

A otto mesi di distanza l’Italia ne ha conclusi 25 su 30. Restano da definire quelli di Abruzzo, Puglia, Bolzano, Valle d’Aosta, e del programma nazionale Innovazione. Ma l’Italia non è l’unica in Ue a non aver concluso, si trova infatti in un gruppo di altri nove Paesi, tra questi anche la Francia, dove si trova comunque al di sopra della media.

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