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COSENZA – La Commissione europea ha inviato una procedura di messa in mora al Governo italiano a causa dei lunghissimi e fuorilegge tempi di pagamento del sistema sanitario calabrese. La decisione della Commissione è il primo step della procedura d’infrazione.

Questione che nell’ultimo tavolo Adduce era stata già segnalata come “pendente” con un caso in particolare a fare da esempio in estremo negativo: quello della Mater Domini di Catanzaro. E poi c’è la legge, modificata dopo essere stata dichiarata incostituzionale, che blocca i pignoramenti fino al 2024. In altre parole «L’Italia – si legge nella nota a corredo del pacchetto di infrazioni – non garantisce la conformità alla direttiva sui ritardi di pagamento per quanto riguarda il settore sanitario nella Regione Calabria. La legge italiana costituisce una violazione della direttiva sui ritardi di pagamento in quanto proroga oltre i termini previsti dalla direttiva il termine di pagamento per i debiti delle amministrazioni pubbliche. La Commissione ha pertanto deciso di inviare all’Italia una lettera di costituzione in mora».

La questione, come anticipato dal Quotidiano il mese scorso, è stata sollevata nuovamente al tavolo Adduce. Durante la riunione è stato specificato che la Calabria sta migliorando la performance, salvo uno “zoccolo duro” di aziende. Diverse Asp ancora non rispetterebbero i tempi mentre la Mater Domini, storicamente il problema numero uno per i tempi di pagamento, continua a non centrare l’obiettivo. Stando ad alcune fonti ben informate in quella occasione la dirigente del Mef avrebbe ricordato la procedura di infrazione europea sui tempi di pagamento non rispettati puntando il dito proprio sull’azienda ospedaliera universitaria come “esempio” chiave (in negativo).

Nell’ultima riunione infatti è stato specificato che complessivamente il 42% dei pagamenti è fuori tempo massimo (nella riunione precedente il dato era al 48%). Crotone si trova con il 72% (la precedente era al 69%) dei pagamenti fuori tempo massimo mentre l’Aou catanzarese è in peggioramento dal 73% al 78%. Altro caso limite quello dell’Azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio: al secondo trimestre del 2022 aveva liquidato l’87% delle fatture oltre i sessanta giorni previsti dalla direttiva, nell’ultimo tavolo invece ci si è fermati all’84%.

Una situazione per nulla rosea che il presidente-commissario però vede in maniera completamente diversa: «Nell’ultimo anno e mezzo, da quando cioè il governo nazionale ha deciso di affidarmi l’incarico di commissario per la sanità in Calabria, la nostra Regione ha ridotto notevolmente i tempi dei pagamenti nel settore sanitario. La media dei tempi di pagamento del sistema sanitario regionale della Calabria è passata dai 131 giorni del 2021 ai 55 giorni del 2022, e nel 2023 puntiamo a fare ancora meglio. E anche prima del 2021 i tempi medi dei pagamenti erano praticamente cementificati: 148 giorni nel 2016, 140 giorni nel 2017, 153 giorni nel 2018, 144 giorni nel 2019, 139 giorni nel 2020. Abbiamo, dunque, accelerato in questa direzione – abbattendo di circa il 60% i tempi medi – e soprattutto abbiamo, cosa mai fatta in oltre 12 anni di commissariamento nazionale, accertato il debito della sanità, operazione che ci consentirà nei prossimi mesi di pagare puntualmente i fornitori e di tornare a spendere per assicurare il diritto alla cura ai calabresi. La procedura di infrazione della Commissione europea nei confronti dell’Italia riguarda una norma già modificata in seguito ad alcuni rilievi sollevati della Corte Costituzionale: i pignoramenti e le procedure esecutive resteranno, dunque, bloccati non più fino al 2025, ma solo fino al 31 dicembre del 2023. Una riduzione temporale che comunque non ha impedito alla Regione di chiudere nei tempi previsti il percorso della circolarizzazione del debito, adesso in fase di accertamento e di validazione. Per i prossimi mesi abbiamo due obiettivi da raggiungere, e a portata di mano: riuscire entro la metà dell’anno ad azzerare il debito accertato, facendo diventare la Calabria una Regione a “debito zero”; e chiudere definitivamente i bilanci dell’anno 2022, dando così finalmente un quadro di certezza ai conti sanitari calabresi, attuali e soprattutto futuri».

I dati delle riunioni vanno consolidati, ma intanto c’è chi dice che il prossimo verbale dell’Adduce sarà di fuoco anche su questo.

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