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L’immagine della Calabria è migliorata, in diretta su Rai1 bella da mozzare il fiato, ma non basta, le sfide per il 2024 sono enormi con una speranza: che “Restanza” sia la parola dell’anno

Bella da mozzare il fiato la Calabria che Rai1 ha mostrato a tutt’Italia nella notte di San Silvestro, negli inserti promozionali che hanno scandito l’evento di fine anno in scena a Crotone. Un appuntamento riuscito e di grande impatto, che ha mostrato la capacità della regione di reggere l’organizzazione di uno spettacolo complesso come la diretta Rai di fine anno e che ha registrato numeri da record. In piazza e davanti gli schermi, con uno share del 40 per cento, più alto di quello delle ultime edizioni.

Il Capodanno Rai è stato il picco di quella che appare come la più massiccia campagna promozionale sulla Calabria finora organizzata e che non finisce qui, ma ci accompagnerà per un altro anno sugli schermi Rai fino a un’altra notte di Capodanno per accogliere da qui anche il 2025. Un tassello rilevante di quella strategia che il presidente Occhiuto ha messo in campo con l’obiettivo, dichiarato, di cambiare il racconto che della Calabria viene fatto a livello nazionale (e non solo).

E non si può negare che i risultati ci siano già stati e che la Calabria, nella narrazione dei media, si sia fatta spazio in questi mesi – al di là degli spazi di promozione a pagamento – anche per le buone notizie e le sue buone prassi. Il 2024 potrebbe essere l’anno in cui iniziare a misurare l’impatto di questa nuova narrazione e promozione dell’immagine della Calabria anche sulla sua crescita.

LE SFIDE CHE DOVRÀ AFFRONTARE LA CALABRIA 2024

Il primo banco di prova lo offrirà la prossima estate, con i dati delle presenze turistiche, ancora non tornate in Calabria ai livelli pre Covid (9,5 milioni). E i turisti in Calabria potranno trovare quello che gli spot promettono: luoghi incantevoli, accoglienza calorosa, cultura, un’enogastronomia di prim’ordine. Che è quello che la natura e la storia ci hanno consegnato, ma da solo non fa l’offerta turistica. Ecco allora che la to do list, l’elenco delle cose da fare, dei buoni propositi e delle obiettivi che possiamo attenderci per l’anno appena iniziato si compone facilmente.

Il primo pensiero va al mare e alla depurazione. L’operazione ‘Tolleranza zero’ condotta negli ultimi due anni ha portato i primi risultati, ma con qualche affanno ancora e dando sempre l’impressione di inseguire gli eventi: le foto delle chiazze in mare a luglio le ricordiamo. Pochi giorni fa il presidente Occhiuto si era ritrovato a parlare di mare in un evento. Aveva addosso il cappotto e lo ha sottolineato: perché di mare – ha detto – si parla a dicembre.

«Da due anni lavoriamo tutto l’anno e non solo d’estate. La Calabria è la regione con più infrazioni ambientali per un deficit di depurazione e finché il 40 per cento delle case e delle aziende non è collettato al sistema fognario questo problema non potrà trovare una soluzione totale» ha detto. Toccherà lavorare ancora molto, anche sulla «cultura della depurazione», con l’auspicio di vedere i risultati sin dall’inizio della stagione estiva.

IL NODO INFRASTRUTTURE, LA REGINA DELLE SFIDE 2024 PER LA CALABRIA

Accanto al mare pulito, poi, il pensiero corre alle infrastrutture. Il 2023 si è chiuso con molti impegni e con alcuni fatti (leggi gare effettivamente bandite). Dal completamento dell’A2 all’ammodernamento della 106, dalla nuova Alta velocità all’elettrificazione della ferrovia jonica, dalla trasversale delle Serre alla messa in sicurezza della galleria della Limina, la cui chiusura rischierebbe di dividere la Calabria in due.

Non sarà il 2024 l’anno in cui li vedremo realizzati, diciamolo subito: i lavori pubblici hanno i loro tempi e anche quando sono fisiologici sono lunghi. Anche su quelle opere in cui l’iter oggi è più avanti – la trasversale delle Serre e l’elettrificazione della ferrovia jonica, in fase di gara – la consegna dell’opera ultimata richiederà alcuni anni (2029 per la prima, 2026 per la seconda). Per la 106 si spera di vedere entro l’estate 2024 i bandi promessi per i lotti che saranno ammodernati con i 3 miliardi stanziati dal Governo, discorso analogo per il tratto Cosenza-Altilia dell’A2, per cui c’è quasi un miliardo disponibile dal ministero.

E sulla nuova Alta velocità, il 2024 potrà portare – e sarebbe il massimo del risultato ottenibile – i progetti per i lotti da Praia a Reggio e l’individuazione dei finanziamenti per realizzarli. Tutto il resto, quello che già è partito come il lotto Romagnano-Praia e le nuove gallerie Santomarco, richiederà qualche anno per essere costruito.

UN NUOVO ATTO DI FEDE CHE SI CHIEDE AI CALABRESI?

È un nuovo atto di fede, dunque, che si chiede ai calabresi sulle infrastrutture? In parte sì, perché poi, diciamocelo, stiamo parlando di opere annunciate da anni e che in questa regione sembrano sempre più simili a certi amori cantati da Venditti: quelli che non finiscono, ma fanno dei giri immensi e poi ritornano. Forse però un cauto ottimismo ce lo possiamo permettere, almeno per alcune di quelle opere, e confidare nel fatto che nel 2024 quei tasselli necessari per consegnarcele finite – i progetti, i bandi, le gare, le aggiudicazioni, l’avvio dei lavori – vengano messi in fila l’uno dopo l’altro e che per una volta i cronoprogrammi si rispettino.

E nel frattempo, visto che di nuovi binari e di nuove strade nel 2024 non vedremo ancora traccia, si può sperare in un ritocco dei servizi. In qualche volo in più (e su quello, con un piano incentivi messo in campo dalla Regione, si possono avanzare aspettative concrete), in qualche treno in più, magari capace di collegare direttamente capoluoghi fuori dalle tratte importanti come Cosenza. In un servizio bus, anche, capace di collegare all’interno la Calabria e in un’offerta di taxi e noleggio con conducente che una regione dalla vocazione turistica non può permettersi di non avere. Perché se lavoriamo per portare qui i turisti, poi dobbiamo metterli in grado di spostarsi da una stazione a un albergo, dal un villaggio vacanze a un museo.

LE SFIDE DELLA CALABRIA, E L’AUSPICIO PER IL 2024: LA RESTANZA

E per chiudere questa breve rassegna delle cose che potremo aspettarci dal 2024, anche l’auspicio che questi treni, questi bus, questi voli che bramiamo servano sì per collegare la Calabria al resto del Paese e del mondo, ma sempre meno per accompagnare la fuga da questa terra. Perché lavorare fuori da questa regione può essere un’aspirazione, ma non deve essere una strada obbligata. In alcuni settori sta già accadendo – è il caso dell’innovazione, con la ‘Crati valley’ sorta intorno all’Unical, che ha agito da richiamo verso grossi player dell’informatica e della consulenza, o con il nuovo incubatore per start up di Entopan, che sorgerà nel Catanzarese – in altri potrebbe accadere presto, con l’avvio dei promessi cantieri. Ma questo copre una parte della domanda di lavoro calabrese, della richiesta di ‘restanza’. Ecco allora l’auspicio per il 2024: quello che ‘restanza’ – una restanza convinta, dignitosa, orgogliosa – diventi la parola dell’anno appena iniziato.

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