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L'ospedale Pugliese di Catanzaro

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Nelle scorse ore abbiamo dato notizia della prima vittima nella provincia di Catanzaro nell’ambito dell’epidemia da Coronavirus Covid-19.

Per rendere il giusto rispetto alla vita del signor V.G. è necessario chiarire i passaggi che hanno portato al suo decesso e a farlo è la stessa sorella della vittima con una breve lettera inviata al Quotidiano della quale di seguito riproduciamo un ampio stralcio.

«V. G. era un pensionato che faceva la spola tra il reparto di dialisi e la sua abitazione in Catanzaro Lido dove viveva con la moglie e senza figli. Non è dato, allora, comprendere da cosa possa desumersi che sia stato lui a contagiare nel reparto di dialisi, gli altri dializzati, i medici e gli infermieri, pure risultati positivi al COVID 19.

Tanto più se si considera la circostanza per cui allo stesso è stato fatto il tampone nel giorno di sabato 14 u.s quando si era recato come ogni sabato a fare la dialisi, senza denunciare alcun sintomo. Si aggiunga, a conferma del fatto che lo stesso fosse asintomatico, che dopo il tampone è stato fatto tornare a casa per essere prelevato dopo 4 giorni e in gravi condizioni.

Delle due l’una: se il povero Sig. V.G. avesse avuto i sintomi tipici del coronavirus non avrebbe dovuto essere rimandato a casa. Se invece asintomatico, e dunque giustamente rinviato al proprio domicilio, è evidente che il tampone è stato fatto, come per gli altri dializzati, pure risultati positivi, su impulso dei medici e per motivazioni alla famiglia non note ma certamente non su richiesta del Sig. V.G».

Quanto detto è necessario perché deve essere chiarito ogni aspetto della vicenda «e ciò a tutela della memoria del povero Sig. V. G., ma anche per rispetto di tutte le altre vittime del coronavirus che meritano in questo momento rispetto e religioso silenzio, lo stesso con cui, in solitudine, hanno lasciato questo mondo».

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