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Una slot machine

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CHE sia appropriato o inappropriato definirla ludopatia, si tratta comunque di quel problemuccio per il quale sempre più italiani stanno rovinando la vita propria e delle famiglie inseguendo follemente la fortuna al gioco. Si chiami slot-machine, gratta e vinci, 10 e lotto, c’è chi spende tutto quello che ha (e spesso quello che ottiene in prestito anche ad usura) pensando che prima o poi sarà protagonista della svolta. In realtà, di protagonisti ce ne sono pochi e di vittime a migliaia.

I protagonisti sono per lo più coloro che guadagnano in ogni caso (non chi gioca), e in cima alla classifica c’è lo Stato. E’ capitato di vedere in Tv uno spot in cui un noto calciatore pubblicizza entusiasticamente il “dieci e lotto” (da cui lo Stato ricava laute somme) e rassicura tutti che, grazie a internet, adesso è possibile giocare 24 ore su 24 (una estrazione ogni cinque minuti). Evviva.

Chissà quanto ne vanno fieri quei geni della contabilità di stato, che così hanno trovato un modo per racimolare qualche altro spicciolo. Chissà che faccia hanno questi studiosi sopraffini che per rimpolpare il capitolo delle entrate prima o poi legalizzeranno le scommesse che un cittadino potrà fare con se stesso (riconoscendo, s’intende, una commissione allo Stato) sul numero di automobili rosse che gli capiterà di vedere in tre minuti in centro città. Ma certo, lo Stato è premuroso, non può mica permettere che “legalmente” i suoi cittadini cadano in rovina, con danni (non solo economici) devastanti per intere famiglie.

E, infatti, in questa civilissima terra di giullari non è da escludere che tra poco saranno aperte numerose cliniche pubbliche per curare le “ludopatie” (per i fondi necessari non c’è problema, ci si inventerà qualche altro megagioco). E poi, in fondo, in quella stessa pubblicità, alla fine, in tre frazioni di secondi c’è una voce che paternamente avverte che bisogna giocare con moderazione. Tanto, con un’estrazione ogni cinque minuti, 24 ore su 24, comodamente dal tuo cellulare… hai tutto il tempo per esercitare la capacità di moderarti.

Vergogna.

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