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REGGIO CALABRIA – Chi e perchè ha pagato degli stipendi non dovuti alla parlamentare Pd Maria Grazia Laganà? È la domanda che in queste settimane si fanno i massimi dirigenti dell’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria, che stanno cercando di venire a capo di alcune “anomalie amministrative nel rapporto tra l’Asp e la dottoressa Laganà”. Infatti dal febbraio 2011 fino al mese di ottobre 2012 la parlamentare, che prima di essere eletta era dirigente medico presso l’ospedale di Locri, ha percepito un regolare stipendio pur non avendone diritto. Sgombrando subito il campo da equivoci serve chiarire che l’onorevole del Partito democratico ha sempre regolarmente comunicato all’Azienda sanitaria la sua condizione di deputata con conseguente sospensione delle spettanze per “aspettativa per mandato parlamentare”. Comunicazione che è sempre stata recepita dagli uffici in cui si determinano e si erogano gli stipendi fino al febbraio del 2011, quando improvvisamente oltre 4 mila euro al mese sono partite in direzione del conto corrente dell’onorevole Laganà con la voce stipendio. 

E questo adesso diventa un vero e proprio giallo, si, perchè se un dipendente è in aspettativa dal 2008 fino a data da definirsi, fare scattare il pagamento delle spettanze senza uno straccio di carta, di richiesta o altro non ha alcun senso. Anche per questo i più alti dirigenti dell’Asp hanno immediatamente chiesto conto agli uffici preposti della situazione, richiedendo una relazione scritta sull’accaduto. Relazione che dovrebbe arrivare direttamente dalle stanze dell’ Ospedale di Locri, dove nella sezione amministrativa si gestiscono stipendi e rapporti contrattuali per i dipendenti della ex Asl numero 9. Il sistema usato per l’erogazione delle spettanze è quello “Engineering”, collaudato per diverse pubbliche amministrazioni ma anche molto costoso. Cosa potrà essere successo? Forse un errore, anche se sembra difficile, o forse altro, si dovrà aspettare per adesso l’indagine tutta interna all’Asp per saperne di più. Quello che è certo al momento è che l’anomalia è saltata fuori poco dopo l’arrivo del nuovo direttore generale Renato Carullo, che a ore sarà nuovamente rimosso dal suo incarico per una sentenza del Tribunale del Lavoro che reintegra la manager Rosanna Squillacioti.
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