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L'aula del consiglio regionale della Calabria

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CATANZARO – Rinviata in commissione Affari istituzionali «per consentire l’audizione del presidente dell’Anci e dei soggetti che vorranno essere sentiti». La maggioranza di centrodestra in Consiglio regionale esce così, per ora, dall’impasse innescata dalla proposta di legge sulle sale slot. Un testo che già nella seduta dello scorso 28 novembre era costato uno scivolone alla coalizione, rimasta senza numeri al momento della votazione.

Le proteste sollevate dopo – dalle associazioni anti ludopatia ai vescovi – hanno spinto il centrodestra a fare marcia indietro con il ritiro delle firme dei capigruppo dalla proposta di legge. Si è deciso – ha detto in apertura di Consiglio il presidente Filippo Mancuso – di riportare la discussione in commissione, atteso il ritiro delle firme e la richiesta di audizione del presidente dell’Anci. L’audizione dell’assemblea dei sindaci, “così come di quanti ne dovessero fare richiesta” – andrà programmata in questa settimana “perché intendiamo riportare il punto in aula al più presto e obbligatoriamente entro la fine dell’anno”. La prospettiva, da quanto si apprende, è quella di un restyling dei punti più contestati. In particolare, l’assenza di un limite orario all’apertura delle sale slot, fissati dalla Regione. Nella legge in vigore era 8 ore, con chiusura entro le 22: fatti salvi questi paletti erano poi i Comuni a decidere orari di esercizio.

Nella proposta di legge, che ora torna in commissione, va tutto in capo ai Comuni senza limitazioni di partenza. Da quanto si apprende, si interverrà su questo punto, fissando delle limitazioni.

NUOVI INGRESSI IN AULA

A inizio seduta, il Consiglio ha approvato la surroga dei dimissionari Nicola Irto e Fausto Orsomarso, eletti in Senato. A Irto, nel gruppo Pd, è subentrato Giovanni Muraca, ex assessore del Comune di Reggio. La sua però sarà una permanenza breve perché su Muraca, coinvolto nel processo Miramare, è sospeso dalle cariche pubbliche per effetto della legge Severino. A sostituire Irto quindi sarà poi nei fatti Antonio Billari (almeno fino a quando la sospensione di Muraca, per effetto della prescrizione o per scadenza naturale, non terminerà). Al posto di Fausto Orsomarso, nel gruppo di Fratelli d’Italia, è invece entrata Sabrina Mannarino.

PASSAGGI DI GRUPPO

Ha lasciato il gruppo “De Magistris presidente” per transitare nel misto il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo, che costituirà la nuova componente “Liberamente progressisti”. Nessun contrasto con la lista che lo ha eletto, ha precisato, ma la volontà di contribuire alla nascita di un nuovo campo largo e progressista, alternativo al centrodestra. “È cambiato lo scenario, sono cambiate le prospettive” ha detto il suo ex capogruppo Ferdinando Laghi. Nessun accenno di polemica neanche da parte sua, a conferma della ‘concordia’ che ha accompagnato il divorzio. Il punto, quindi, resta politico: la lista De Magistris conferma la volontà di affermarsi come terzo polo, alternativo tanto al centrodestra quanto al centrosinistra.

GARANTI, DI NUOVO

Il Consiglio regionale aveva delegato il presidente Mancuso la nomina dei Garanti alla Salute, ai Detenuti e all’Infanzia. Una procedura messa però in discussione (e fatta poi oggetto di ricorsi), perché in realtà non sarebbe prevista dalle norme. E così, per stoppare ogni contenzioso, la presidenza del Consiglio ha annullato in autotutela le nomine già fatte, riportando gli atti in Consiglio. L’assemblea ha quindi proceduto all’elezione, confermando di fatto i Garanti già scelti da Mancuso. Si tratta di Luca Muglia per il garante dei detenuti (sono servite tre votazioni perché il quorum nelle prime due era troppo alto), di Anna Maria Stanganelli per il garante della Salute e di Antonio Marziale per quello dell’Infanzia e adolescenza. Per quest’ultimo sono servite quattro votazioni con un brivido alla terza quando il poi rieletto Garante ha racimolato solo 9 voti. Ben più alte le schede nulle: 10, evidentemente mandate a vuoto con preferenze assegnate al presidente Mancuso o a Veronica Rigoni, membro dello staff del presidente Occhiuto. Un goliardata, dicono dalla coalizione, visto che il quorum non era raggiungibile. Tutto è poi filato liscio dalla quarta, con Marziale eletto con 18 voti (più una bianca e una nulla).

La consigliere Amalia Bruni prima del voto ha contestato l’eleggibilità di Stanganelli. «Dal curriculum non si evincono i dieci anni di esperienza», ha detto. «Lei non è titolata a dire se ci sono o meno i titoli, c’è qui una struttura che ha fatto le valutazioni» la replica di Mancuso.

GLI ALTRI PUNTI

Il Consiglio ha poi approvato la proposta di legge avanzata da Caputo e Raso per prorogare i termini per la regolarizzazione delle occupazioni degli alloggi popolari, nell’attesa di completare la stesura e approvazione di una nuova legge per l’edilizia residenziale pubblica. Voto favorevole anche alla proposta Monturo, che modifica le norme sull’ordinamento delle strutture della Giunta regionale (un intervento di ‘manutenzione’ dopo recenti pronunce della giustizia amministrativa sull’inquadramento dei componenti).

Via libera anche al consuntivo dell’Arsac e alla proposta di legge della consigliera De Francesco che stanzia un contributo economico ai pazienti oncologici affetti da alopecia causa chemioterapia per l’acquisto di parrucche. Il contributo non potrà superare l’importo di 300 euro e lo stanziamento regionale è di 200mila euro, diviso in due anni.

Approvate poi anche le proposte di legge per l’istituzione del Parco marino regionale “Secca di Amendolara” (iniziativa di Straface) e della Riserva naturale Foce del fiume Mesima (primo firmatario Laghi).

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