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La proroga del decreto Calabria in sanità conferisce maggiori poteri al presidente/commissario Occhiuto nella scelta dei manager di Asp e aziende ospedaliere

COSENZA – Il decreto Calabria doveva essere una legge d’emergenza, è diventata una prassi. Un po’ come il commissariamento. Un decreto nato durante il Conte I, ministro della Salute Giulia Grillo, dopo lo scioglimento per infiltrazioni mafiose dell’Asp di Reggio Calabria, prorogato per la terza volta dopo modifiche consistenti nella sua versione “bis” nel Consiglio dei ministri di venerdì scorso.

Uno strumento “speciale” necessario secondo Occhiuto a chiudere tutti gli obiettivi di mandato, praticamente identici dal giorno del Cdm messo in piedi a Reggio Calabria per presentare il decreto “uno”. Da una parte c’è la ricognizione del debito, con una procedura che Occhiuto ha fissato al 31 dicembre come termine massimo.

Entro quella data si dovrebbe sapere a quanto ammonta il “buco” calabrese, quello che in sostanza tiene in piedi il piano di rientro e il commissariamento da oltre un decennio. L’altro aspetto è il potenziamento della macchina sanitaria nel suo complesso: da questo punto di vista serviva un solo strumento, il programma operativo che da oltre un anno ormai non si vede all’orizzonte. In questi mesi il documento che dovrebbe ridisegnare l’assetto delle strutture, compresa la definitiva riapertura di alcuni ospedali, è stato più volte rimandato indietro con modifiche consistenti.

Sanità, dal decreto Calabria al tavolo Adduce

Il prossimo appuntamento del tavolo Adduce previsto per il 9 novembre ha molta carne sul fuoco. C’è la questione debito e il relativo accordo con la Guardia di finanza, il programma operativo da licenziare e i piani assunzioni approvati da valutare. Il decreto Calabria serve anche ad incassare il “bonus” previsto a seguito dell’approvazione del programma operativo. Ma i poteri del commissario-presidente, che negli ultimi tempi ha tuonato contro «la politica nelle aziende» ha sostanzialmente potere discrezionale anche nella nomina dei prossimi commissari di Asp e ospedali.

La proroga infatti permette di azzerare completamente le teste scelte dall’ex commissario Longo e poi trasferite in altre aziende pochi mesi fa dallo stesso Occhiuto. Il testo infatti «prevede la decadenza dei sub-commissari delle Asl e di altri enti, già nominati, ove non espressamente confermati dal Commissario». L’ultimo punto è Azienda zero guidata da Profiti. Ad oggi resta solo una scatola vuota che dovrebbe partire a gennaio ma a distanza di quasi un anno dalla nomina di Occhiuto a commissario siamo quasi punto e accapo.

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