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REGGIO CALABRIA – Sono state le denunce dell’ex sindaco di Rizziconi, Antonino Bartuccio, a consentire gli arresti effettuati oggi dalla Polizia di stato nell’ambito dell’operazione “Deus” contro il clan Crea che ha portato agli arresti 16 persone, fra cui tre ex amministratori comunali. Il ruolo dell’ex sindaco è stato sottolineato sia dal procuratore capo della DDA di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho, che dai vertici del Servizio centrale operaritvo della Polizia di Stato e della Questura di Reggio Calabria, che nel corso di una conferenza stampa, hanno esaltato il coraggio e il senso civico del sindaco. 

  “HA DENUNCIATO, LO DIFENDEREMO” – «Un primo cittadino che ha interpretato a fondo il suo ruolo – ha detto Cafiero – e non si è piegato alla prepotenza delle cosche». L’indagine infatti ha disvelato i tentativi della cosca Crea, egemone a Rizziconi, di condizionare il buon andamento dell’amministrazione comunale guidata da Bartuccio, il quale aveva chiesto i voti ai suoi concittadini proprio per far cambiare volto al paese del Reggino. «E ci stava quasi riuscendo – ha commentato il procuratore – se non si fosse messa di mezzo la cosca». Bartuccio, ha detto il procuratore, «ha collaborato pienamente alle indagini, e lo Stato deve difenderlo». Il sindaco, è stato sottolineato, dovrà essere messo nelle condizioni di restare nella sua terra. Oggi, ha rivelato il procuratore, è già stata indetta una riunione del Comitato provinciale della Sicurezza, in prefettura, per disporre della tutela da affidare all’ex sindaco. 

 
IL TERRENO PER IL PALAZZETTO – Tra i casi di “pressioni” su cui l’indagine ha fatto luce, infatti, vi è il terreno confiscato proprio alla cosca Crea, che la ‘ndrina pretendeva fosse usato per costruirvi strutture sportive e non alloggi popolari; ancora il caso di una impiegata comunale che la cosca voleva restasse al suo posto, in una segreteria, nonostante non ne avesse i requisiti; così come un bando per un impiego da geometra, che la cosca voleva fosse aggiudicato a un tizio senza i titoli adatti. «E’ un sovvertimento totale della democrazia e dei diritti – ha affermato Cafiero De Raho – non è chi effettivamente ha diritto a un posto di lavoro ad averlo, ma colui che è scelto dalla cosca, un quadro che riporta al Medio Evo quando il padrone dispone di vita e di morte dei suoi sudditi. E proprio a Rizziconi – ha notato inoltre il procuratore – era diretto l’uomo arrestato con in auto un ingente quantitativo di armi micidiali, da guerra, ed esplosivo». 
 
PRESSIONI PER APPALTI E SERVIZI – Pressioni avvenivano anche per determinare appalti e servizi. Appare significativo quanto accaduto in occasione del rinnovo dei servizi di vigilanza, del valore di 300mila euro annui, alla centrale elettrica a turbogas costruita a Rizziconi dalla Ansaldo Energia di Genova per conto del consorzio Rizziconi Energia. In tale vicenda, le indagini hanno evidenziato che la cosca Crea, attraverso Giuseppe Crea che oggi risulta latitante, aveva manifestato l’intenzione di scalzare la ditta Eurogol di Reggio Calabria per farvi subentrare la Securpol di Osvaldo e Giuseppe Lombardo (padre e figlio) di Villa san Giovanni, entrambi arrestati per concorso esterno in associazione mafiosa. Per questa vicenda, il 28 agosto 2011 vennero esplosi alcuni colpi calibro 12 contro la guardiola degli addetti alla vigilanza della centrale elettrica. Un altro episodio simile, e più grave, si è manifestato tre mesi dopo, a novembre, a colpi di kalashnikov.
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