X
<
>

Condividi:
2 minuti per la lettura

ROMA – La sede centrale dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata potrebbe presto lasciare Reggio Calabria che diventerebbe in questo modo una sede sussidiaria. Lo spostamento è contenuto nella riforma del Codice antimafia, che andrà in Aula al Senato il prossimo 13 giugno, e che prevede che l’Agenzia abbia la sede principale a Roma, e non più a Reggio Calabria, e le sedi secondarie a Reggio Calabria, Palermo, Catania, Napoli, Bologna e Milano e sia posta sotto la vigilanza del Ministro dell’Interno.

SCOPRI TUTTI I CONTENUTI SULL’AGENZIA
PER I BENI SEQUESTRATI ALLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA
NEL FASCICOLO AD AGGIORNAMENTO DINAMICO

Il testo fin qui predisposto prevede che l’Agenzia disponga, compatibilmente con le sue esigenze di funzionalità, che le proprie sedi siano stabilite all’interno di un immobile confiscato. La dotazione organica dell’Agenzia salirà a duecento unità complessive (oggi sono meno di cento e la gran parte “comandate” da altre amministrazioni), ripartite tra le diverse qualifiche, dirigenziali e non.

LEGGI DELLA PRIMA IPOTESI DI TRASFERIRE LA SEDE DA REGGIO CALABRIA

Il direttore dell’Agenzia verrà scelto tra figure professionali che abbiano maturato esperienza professionale specifica, almeno quinquennale, nella gestione dei beni e delle aziende: prefetti, dirigenti dell’Agenzia del demanio, magistrati che abbiano conseguito almeno la quinta valutazione di professionalità o delle magistrature superiori.

Il soggetto scelto sarà collocato fuori ruolo o in aspettativa.

All’agenzia così novellata, ma nata nel 2010 (LEGGI LA NOTIZIA), verranno attribuiti questi compiti: acquisizione, attraverso il proprio sistema informativo, dei flussi informativi necessari per l’esercizio dei propri compiti: dati, documenti e informazioni; acquisizione, in particolare, dei dati relativi ai beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata nel corso dei procedimenti penali e di prevenzione; acquisizione delle informazioni relative allo stato dei procedimenti di sequestro e confisca; verifica dello stato dei beni nei medesimi procedimenti, accertamento della consistenza, della destinazione e dell’utilizzo dei beni; programmazione dell’assegnazione e della destinazione dei beni confiscati; analisi dei dati acquisiti, nonché delle criticità relative alla fase di assegnazione e destinazione. Amministrazione e destinazione dei beni confiscati, dal provvedimento di confisca emesso dalla corte di appello. 

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE