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Polizia e carabinieri

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REGGIO CALABRIA – Quattordici persone arrestate e beni per un milione di euro sequestrati. E’ il bilancio dell’operazione antimafia “Theorema-Roccaforte” con la quale agenti della Squadra Mobile di Reggio Calabria e Carabinieri del Ros hanno colpito stamane il clan Libri della citta’ calabrese. Arma e Polizia hanno eseguito un’ordinanza di custodia emessa dal gip a carico di presunti appartenenti, capi o affiliati alla cosca, egemone nella zona Sud di Reggio Calabria.

LA SCHEDA: I NOMI ED I BENI SEQUESTRATI

I destinatari delle misure sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione, detenzione e porto illegale di armi aggravati dal metodo mafioso, intestazione fittizia di beni, violenza privata e altri reati. I provvedimenti sono frutto di due distinte indagini della Squadra Mobile e del Ros, che hanno consentito di documentare l’operatività della cosca, attiva nel capoluogo reggino e in particolare nei quartieri di Cannavò, San Cristoforo, Vinco, Pavigliana, Mosorrofa, Gallina, Modena, Ciccarello, San Giorgio, Reggio Campi. Gli inquirenti hanno evidenziato come nella città di Reggio Calabria ci siano zone nelle quali gli imprenditori sono costretti al versamento del “pizzo” in più tranche e nelle mani dei diversi rappresentanti delle cosche che si spartiscono il territorio.

L’indagine ha anche consentito di ricostruire gli assetti organizzativi e le dinamiche interne ai Libri, al cui vertice è stato individuato un duopolio costituito dal decano Pasquale Libri, ora deceduto, figura carismatica e garante dell’osservanza delle regole mafiose, e dal genero Filippo Chirico, titolare della carica di “capo societa” e responsabile operativo sul territorio. Principali collaboratori di Chirico sarebbero “picciotti” come Angelo Chirico e Demetrio Morabito, affiliati con il tipico rituale mafioso del “battesimo”, come narrato da Filippo Chrico nel corso di una conversazione intercettata. L’attività ha inoltre dimostrato l’operatività di ulteriori componenti del gruppo, tra cui Antonino Votano, Stefano Sartiano e Domenico Ventura.

Votano, Sartiano e Ventura hanno costantemente coadiuvato i rappresentanti di vertice della consorteria nella gestione dell’attività estorsiva nei confronti delle più svariate attività imprenditoriali presenti nelle zone di influenza della cosca.

Le indagini hanno inoltre permesso di acquisire elementi circa le modalita’ di affiliazione, con particolare riferimento a “gradi” e “doti” tipiche dell’ordinamento ‘ndranghetista, facendo riferimento anche alla figura del “mastro di tirata” indicato quale persona deputata al controllo del rispetto delle regole durante le operazioni di battesimo.

Le indagini, nel loro complesso, hanno documentato numerosi episodi estorsivi posti in essere nei confronti di imprenditori e di titolari di esercizi commerciali di tutto il capoluogo reggino, mediante la continua imposizione del cosiddetto “pizzo”, oltre che di forniture e di collaborazioni provenienti da imprese collegate alla cosca Libri.

Emerse anche le modalità di reimpiego delle risorse della “cassa comune”. I proventi illeciti venivano infatti reinvestiti attraverso la costituzione di società operanti in diversi attività commerciali, intestate a soggetti compiacenti ma di fatto gestite dai vertici della consorteria. In tale ambito sarebbe emerso il ruolo di un noto professionista di Reggio Calabria, Saverio Nocera che, nella qualità di consulente aziendale e commerciale, avrebbe fornito a Filippo Chirico e Anita Repaci la consulenza tecnica necessaria per l’intestazione fittizia di beni.

Le famiglie degli affiliati detenuti erano sostenute tramite il versamento di somme di denaro, nell’ottica del mantenimento dell’unitarietà della cosca che aveva a disposizione armi e munizioni. Nel corso dell’indagine, è stato ricostruito anche un episodio di violenza privata aggravata, perpetrata da Gaetano Tomaselli nei confronti di un amministratore di condominio, costretto ad omettere di denunciare ed ad intraprendere qualsiasi iniziativa volta a far sgomberare, da parte di una donna vicina a Filippo Chirico, un immobile occupato abusivamente. Fra i beni sequestrati, diverse imprese. 

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