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Intimidazione sul cantiere del tracciato “Antonimina-Zomaro”, trovata una croce conficcata nel terreno, ipotesi estorsioni. La ditta è minacciata dal 2008

ANTONIMINA – Una croce di canna conficcata nel terreno. Un messaggio inquietante di natura intimidatoria nei confronti della ditta che sta eseguendo, da circa un mese, i lavori di ripristino del tracciato denominato “Antonimina-Zomaro”. Si tratta di un intervento abbastanza corposo per conto del Parco nazionale dell’Aspromonte, finanziato dall’Unione Europea con il fondo Next Generation, stanziato per sostenere gli Stati membri colpiti dalla pandemia Covid-19. Un appalto vinto dalla ditta di Arena, nel vibonese, intestata al 47nne Francesco Martino.

La ditta, alla ripresa dei lavori dopo le ferie, in un punto preciso del cantiere, che prevede il rifacimento di tratti stradali, anche mediante opere di palizzate, staccionate e d’ingegneria idraulica lungo tutto il tracciato interessato. Martino non è nuovo a intimidazioni e attentati da parte di ignoti. Dal 2008, continua a subire avvertimenti e quant’altro. Non importa quale sia la somma dell’appalto, i delinquenti si sono fatti vivi puntualmente anche per lavori di poche migliaia di euro.

Finora i principali atti intimidatori o gli attentati veri e propri si erano verificati principalmente dell’area del vibonese, dalla città capoluogo a Pizzo, a Dasà e a Stefanaconi. Su ogni cantiere i malviventi hanno fatto trovare proiettili di grosso calibro, cartucce e bottiglie contenenti liquido infiammabile, fino ad arrivare a compiere furti di macchinari. Il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza di Vibo Valentia, dopo une delle ultime intimidazioni nei confronti dell’impresa di Francesco Martino di Arena, ha deciso di disporre la sorveglianza per permettere l’ultimazione dei lavori in sicurezza. In circa quindici anni, da quando cioè la ditta di Arena ha cominciato a ricevere i primi avvertimenti, mai si è riusciti ad individuarne l’autore.

E anche questa volta, l’imprenditore Francesco Martino non ha esitato un attimo per recarsi dai Carabinieri a sporgere regolare denuncia contro ignoti per l’ignobile atto intimidatorio. Al momento nessuna pista viene scartata, anche se quella maggiormente battuta dagli investigatori sembra essere quella legata al racket delle estorsioni. Comunque pare che l’imprenditore non abbia mai ricevuto richieste specifiche da parte di nessuno, né direttamente né indirettamente. Martino su una cosa è deciso, che è quella di andare avanti con coraggio e ultimare i lavori.

Così aveva fatto nel subire le precedenti intimidazioni, continuare a lavorare onestamente, senza arrendersi e senza compromettere l’impresa, nella quale lavorano più di dieci persone, compresi i figli stessi dell’imprenditore. Martino invoca maggiore tutela da parte delle forze dell’ordine e spera che venga fatta piena luce sull’accaduto, individuando e punendo i responsabili dell’ennesimo vigliacco gesto intimidatorio.

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