X
<
>

La stazione di servizio dove è stato ucciso Massimo Lo Prete

Condividi:
3 minuti per la lettura

GIOIA TAURO (REGGIO CALABRIA) – C’è un fermato, G.M., per l’esecuzione messa in atto sera di venerdì scorso a Gioia Tauro che ha visto come vittima un autonoleggiatore di 49 anni, Massimo Lo Prete, ucciso senza pietà mentre si trovava nella sua Fiat Panda all’interno di una stazione di servizio sulla Statale 18 nel centro cittadino, dove l’uomo si era recato a fare rifornimento di benzina.

LEGGI LA NOTIZIA DELL’OMICIDIO

Il sicario, un gioiese, che si sa appartiene ad una famiglia legata alla ‘ndrangheta locale, ha aspettato che Lo Prete concludesse le operazioni di rifornimento e subito dopo è entrato in azione. Armato di una pistola calibro 9 per 21 ha esploso almeno sette – otto colpi, a distanza ravvicinata all’indirizzo della vittima designata che è stato raggiunto nella parte alta del tronco, al collo e alla nuca. Colpi micidiali esplosi dall’alto verso il basso che hanno provocato la sua morte quasi istantanea.

Massimo Lo Prete era stato scarcerato l’anno scorso dopo alcuni mesi di detenzione per stupefacenti ed in passato si era fatto notare anche per reati contro il patrimonio. Dopo la sua scarcerazione era in affidamento ai servizi sociali. Secondo gli inquirenti orbitava nell’ambito della famiglia Molè, pur essendo un personaggio di secondo livello. Uno che aveva frequentazioni con quel mondo ma senza assumere ruoli di primissimo piano. Ragion per cui pur non escludendo alcuna pista, anche quella mafiosa, i Carabinieri del gruppo di Gioia Tauro e del Comando Provinciale di Reggio Calabria si sono mossi subito anche su altre direzioni, compresa quella che Lo Prete possa aver avuto un dissidio con qualcuno per ragioni allo stato oscure e che poi ha messo in atto l’agguato.

Pur non ammettendolo apertamente, i militari dell’Arma sono ottimisti rispetto alla soluzione del mistero e quindi dell’identità dell’omicida e del movente che è alla base del grave fatto di sangue. Sin dalle ore successive al rinvenimento del cadavere hanno prelevato le immagini di tutte le telecamere a circuito chiuso presenti in zona, la cui disamina può aver portato a qualche traccia che adesso viene attentamente battuta. Un segnale che porta ad una pista buona tanto che che ieri mattina è stato fermato un uomo del posto inserito nel giro della droga.

Il lavoro dei Carabinieri è adesso al vaglio dell’Autorità Giudiziaria. L’ipotesi è che Lo Prete non abbia rispettato alcuni impegni su una partita di droga non pagata. E mentre le indagini sembra siano ormai alla conclusione con una risoluzione quasi immediata del caso, il sindaco della città Aldo Alessio ha manifestato preoccupazione per un’eventuale escalation di fatti criminosi. Ieri mattina ha chiamato il prefetto di Reggio Calabria Massimo Mariani per chiedere la convocazione del Comitato Provinciale dell’Ordine Pubblico e per chiedere un maggior controllo del territorio. «Il tragico episodio – ha scritto ieri in una nota il sindaco Alessio – ci induce ad una necessaria riflessione sull’ordine pubblico della nostra città che sta, molto faticosamente, tentando di uscire da una condizione difficilissima, quasi disperata sul piano economico e sociale, determinata dalle sciagurate gestioni ordinarie e commissariali, condizionate nel tempo da infiltrazioni mafiose o volutamente abbandonate ad un pressapochismo senza visione e senza amore».

Secondo il primo cittadino occorre verificare se l’omicidio è da annoverare «ad una ripresa violenta delle attività criminali, legate al malaffare, al traffico di droga, alla riproposizione di conflitti tra cosche». «Come sindaco di questa comunità – ha chiuso Alessio – non posso che esprimere la preoccupazione dei cittadini gioiesi onesti e laboriosi verso la recrudescenza di azioni criminali che piegano la città e la fanno indietreggiare rispetto alle sue aspirazioni di ordine e benessere. La città ha bisogno di serena tranquillità, governata dalla Legge ed aiutata nel suo bisogno di ritrovare una strada per un nuovo sviluppo culturale, economico e sociale che ripudi la violenza e la sopraffazione mafiosa». Il Prefetto Mariani ha rassicurato il sindaco che tutte le forze dell’ordine sono impegnate a garantire la tranquillità ai cittadini gioiesi.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE