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Una delegazione di medici cubani in Italia per l'emergenza Covid

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L’Asp di Reggio Calabria pubblica un avviso esplorativo per ospitare i medici cubani. Ecco come saranno distribuiti negli ospedali della provincia. Giovedì in Consiglio regionale prestazioni aggiuntive e Azienda zero

REGGIO CALABRIA – Cercasi albergatori per ospitare i dottori cubani in provincia di Reggio Calabria. Mentre a Cosenza si ragiona persino nel riaprire l’ospedale da campo nelle zone di Vagliolise, l’Asp di Reggio Calabria è alla ricerca di stanze con tutti i comfort per i dottori in arrivo.

Cercasi alloggio per i medici in arrivo cubani a Reggio Calabria

L’avviso ha una scadenza precisa, il 31 di ottobre, che è anche una indicazione su un possibile arrivo dei dottori oltre la fine di ottobre, se si considerano anche le tre settimane per il corso di lingua italiana all’Unical. Le richieste sono basilari: le soluzioni abitative dovranno essere dotate di «acqua, luce, gas, mobilio, elettrodomestici, utensili da cucina o servizio pasti, ricambio biancheria o presenza di lavatrice, internet, climatizzazione (caldo freddo)».

Il punto, però, è la distribuzione, l’Asp ha già un piano su come impiegare nei presidi il contingente cubano a disposizione in base ai criteri di prossimità stabiliti nell’avviso di «indagine conoscitiva». Sedici posti saranno per l’ospedale di Locri, altri sedici a Polistena, dieci a Gioia Tauro e altri dieci a Melito Porto Salvo.

Il bonus prestazioni anti cooperative e Azienda zero

Nel frattempo il 20 ottobre il consiglio regionale sarà chiamato a discutere anche la proposta di legge presentata dalla Forzista Pasqualina Straface sul “bonus” destinato alle prestazioni aggiuntive dei medici in servizio nel sistema sanitario calabrese. In sostanza la proposta di legge, che è parte integrante della cosiddetta “manovra d’autunno” presentata pochi giorni fa da Occhiuto, prevede un innalzamento dei prezzi orari minimi dai 60 attuali a 100 euro all’ora per gli straordinari dei medici.

L’utilizzo del bonus è però strettamente legato a due dei settori più delicati e critici: Medicina e chirurgia d’accettazione ed urgenza e Anestesia e rianimazione, due delle branche dove maggiormente negli anni sono state richieste prestazioni aggiuntive.

Il punto è arginare il più possibile, se non bloccare del tutto, il ricorso a cooperative esterne all’interno del sistema sanitario, pratica ampiamente utilizzata al netto della bufera sull’arrivo dei medici cubani.  Sempre in Consiglio torna il progetto di Azienda zero, con una serie di modifiche da effettuare sulla base di indicazioni arrivate dal ministero. Il “nodo” è sull’autonomia contabile dell’azienda, aspetto che dovrà essere rimodulato.

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