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I lavori sulla strada di Platì

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PLATÌ (REGGIO CALABRIA) – E’ domenica e, superando il centro abitato di Platì, lungo la Sp2, da poco ripristinata, si incontrano auto, motociclisti e ciclisti che salgono verso la montagna. «Hanno partecipato tutti, ognuno ha voluto fare qualcosa per ripristinare la strada, anche i bambini. E’ stata una festa».

Dice un uomo di Platì, orgoglioso di ciò che il suo paese ha compiuto. Ed infatti, là dove l’istituzione Stato con la sua politica, la sua burocrazia, le sue provincie e città metropolitane, i vari organi e le tante promesse non mantenute, hanno fallito, ci hanno pensato i platiesi in silenzio a ripristinare la Sp2, che collega Platì, e la Locride, al versante tirrenico. Per il ripristino della strada i platiesi hanno usato la propria forza lavoro e mezzi, notte e giorno, per costruire i grandi gabbioni in pietra e poi la strada. Nessun finanziamento pubblico ma autotassazione e tanta amore per il proprio territorio.

«Per noi è una strada importante», dice un altro uomo che è appoggiato al muretto del ponte di Platì che guarda dritto verso un’altra importante, e abbandonata, arteria: la trasversale Bovalino-Bagnara cui i piloni muoiono proprio nel cuore del paese ai piedi dell’Aspromonte. Quella ripristinata dai cittadini è dunque la ex Ss 112, che dal comune di Bovalino porta al versante tirrenico, attraversando il centro abitato di Natile Nuovo (frazione di Careri) e Platì. Da anni questa strada è soggetta a frane, una prima è stata agli inizi del 2000, a circa sei chilometri dal centro abitato che aveva reso la strada chiusa al transito. In quell’occasione, una carreggiata era completamente franata ma comunque si transitava.

«In montagna abbiamo sia gli allevamenti e sia l’agricoltura ci serve questa strada». Spiegano da sempre a Platì. Poi, con gli anni il tratto è stato ripristinato ma a zona Puntone di Pendola le incessanti piogge dell’inverno di otto anni fa, hanno provocarono una nuova e ben più ampia frana. Addirittura una voragine ha risucchiato il manto stradale. La strada a quel punto era davvero chiusa al transito. Per i cittadini di Platì sono stati anni di appelli. «Ripristinate la strada», chiedevano a qualsiasi politico arrivasse in paese. Tante promesse ma nessun’azione. E così ci hanno pensato loro, i cittadini, a ripristinare la strada. Lo hanno fatto a loro spese, senza chiedere nulla allo Stato. «Va riconosciuto ai platioti – dice Alfonso Picone Chiodo, agronomo e scrittore con la passione per il trekking – il coraggio nell’affrontare un obiettivo che chiunque avrebbe ritenuto impossibile da raggiungere e per il quale sono state necessarie competenze tecniche elevate. Lanciando uno schiaffo morale allo Stato e alle sue articolazioni interessate, incapaci di risolvere un problema di viabilità. Insomma: quello che si rimbocca le maniche e fa da sé». Il manto stradale è adesso ripristinato ma siccome l’intervento dei cittadini non era ufficialmente autorizzato, la strada risulta ancora chiusa. Nulla invece possono fare i platiesi per l’altra arteria, la Bovalino-Bagnara, che a Platì è rimasta incompleta e ora in abbandono.

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