X
<
>

Michelangelo Frammartino a Caulonia

Share
3 minuti per la lettura

CAULONIA (RC) – L’Auditorium Casa della Pace di Caulonia Marina, esaurito in ogni ordine di posto, ha accolto la proiezione de “Il Buco” di Michelangelo Frammartino. L’orgoglio cauloniese ha accolto il regista che, schivo come sempre, ha appalesato una emozione inedita in chi lo conosce sin dalla sua infanzia.

«È sempre una emozione ritornare al proprio paese – esordisce – non sono nato qui, sono nato a Milano, ma è come se fossi nato nel paese dei miei genitori emigrati appena sposati. Anzi, mio papà era già emigrato qualche anno prima. L’adrenalina sale ancora quando, lasciata la SS106, mi incammino verso il vecchio paese, lassù sulla collina. Ancora oggi, come quando ero bambino che scorrazzavo per le viuzze del vecchio borgo, mi sembra di sentire le voci delle signore che mi fermavano per identificarmi».

La giornata di Michelangelo a Caulonia era iniziata nelle prime ore del pomeriggio. Ha curato la prima parte del seminario Il Buco: “Fino alla Fine del Mondo”, che riprenderà oggi al Teatro FuorisQuadro di Caulonia, quello che fu il Cinema Alba. Un incontro che vuole aprire gli occhi dei giovani calabresi sul fantastico mondo dell’arte cinematografica e sul bisogno di presentare al mondo il volto bello della Calabria. Una due giorni di cinema nell’ambito della XXIII edizione del Kaulonia Tarantella Festival-Resilienze. «Tra chi è andato e chi rimane – sottolineata il regista – Capire qual è il fuori e qual è il dentro. Il fuori è la natura, il dentro è l’uomo. Come dentro è il paese, la grotta, mentre il fuori è tutto ciò che ci circonda».

 Seminario in lingua intervallato da incisi in dialetto stretto, perfetto, per confermare la sua cauloniesità, come affermata sul palco di Venezia durante la premiazione alla Mostra Internazionale del Cinema nel ricevere il premio speciale della giuria.

L’incontro con l’altro volto noto della Caulonia d’oggi, Mimmo Cavallaro, per un momento di convinta partecipazione. A breve distanza gli zii di Michelangelo, Nicola Frammartino (fratello del padre) già sindaco di Caulonia, e Ferdinando (Nandino) Ritorto (fratello della madre), gli occhi luccicanti, pur rivedendolo spesso date le sue frequenti incursioni in Calabria, osservano compiaciuti.

 «Un giorno mi sono impegnato a calcolare il tempo che ho vissuto in Calabria, pur senza aver mai risieduto – annota il regista –, ben diciotto anni, quasi la metà della mia vita». Il successo di Frammartino «è un grosso significato – osserva Concetta Cannizzaro, direttore del Coro Shalom -, vediamo un nostro compaesano realizzare un sogno per sé e per la nostra comunità.

 Michelangelo Frammartino rappresenta la moltitudine di calabresi sparsi per il mondo, per scelta propria o perché nato altrove da genitori calabresi, legati sentimentalmente, con passione e con amore alla propria terra. Ciò ci rende ancora più orgogliosi».

 Il direttore artistico della XXIII edizione del Kaulonia Tarantella, Carlo Frascà: «Questo è un momento di altissima arte espresso direttamente da un cauloniese e dalla sua cauloniesità, da un calabrese e dalla sua calabresità. Che riconosce dichiaratamente la sua terra come fonte primaria di ispirazione per esprimersi in un linguaggio universale che travalica ogni confine».

«Motivo di orgoglio e di grande soddisfazione per Caulonia – dichiara il sindaco Kety Belcastro – Annoverare Michelangelo Frammartino tra i suoi figli migliori. Il premio speciale della Giuria al festival di Venezia è il meritato riconoscimento alla sua opera cinematografica». La quale, a nome dell’amministrazione comunale e della comunità tutta, ha omaggiato il regista con «un dono fuori dagli schemi». Una icona raffigurante la Madonna col bambino realizzato dalla scuola di iconografie delle suore del Piccolo Eremo delle Querce di Crochi di Caulonia.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE