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La vendetta di Giuseppe Mancuso

L’omicidio di Servello provocò il risentimento da parte di Giuseppe Mancuso, il quale dopo vari tentativi riuscì ad uccidere lo stesso Antonio Arena, con la complicità di Nicola Fiarè e Gregorio Gioffrè. Un omicidio che Arena afferma di aver appreso per filo e per segno da «Giovanni Franzé, amico di mio papà», ma anche da altri, quali il nonno Vincenzo Pugliese Carchedi, e «Carmelo D’Andrea, detto Cosca d’Agneu».

Dopo la scomparsa del genitore, “Vartolo” si sentì «cadere un po’ il mondo addosso, quindi frequentai molto la strada e mi avvicinai agli ambienti criminali giovanissimo, anche in virtù del fatto che le persone che mi conoscevano, sapevano che ero il figlio di Antonio e, quindi, legavano facilmente con me. Poi, mio padre era molto rispettato al tempo e, quindi, fu facile per me entrare in contesti criminali».

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