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L’esordio di Arena nelle ‘ndrine vibonesi

«Il gruppo si collocava all’interno della consorteria Lo Bianco – Barba. Mio padre era legatissimo al boss Francesco Fortuna, detto Ciccio pomodoro. All’epoca facevano gruppo a sé, era tra i maggiorenti dell’epoca, scomparve il 3 gennaio del 1985. Accaddero diversi episodi, quale quello dell’uccisione del Domenico Servello, fratello del pentito Angiolino, colui che fece la sparatoria all’Hotel 501, e che, poi, durante la latitanza mio padre e Francesco Fortuna scoprirono dove si trovava, lo andarono a prendere e lo uccisero, perché lui aveva ucciso due persone a Vibo quella sera in discoteca e ne aveva ferite delle altre. Servello si andò a nascondere nelle zone di Melicucco, Maropati, da soggetti che però erano in comparaggio, in stretto legame con Francesco Fortuna e con mio padre, i quali avvisarono che il loro obiettivo si trovava lì»; quindi, Arena e Fortuna «partirono per andare a prenderlo e lo uccisero». Ma quel delitto segnò il destino del padre del collaboratore: «Domenico Servello era un pupillo del boss Giuseppe Mancuso, detto ’Mbrogghia».

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