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VIBO VALENTIA – Alla fine le numerose doglianze formulate dall’Ordine degli avvocati sulle criticità della giustizia vibonese hanno trovato accoglimento nella struttura del governo nazionale. In particolare presso il ministero della Giustizia. Che ha convocato il presidente, Franco De Luca, unitamente ad una delegazione dell’organismo vibonese, a Roma per discutere della situazione. L’incontro si terrà il 23 gennaio del prossimo anno.

Un’audizione tanto attesa dai professionisti del Foro di Vibo che da troppo tempo lamentano una serie di difficoltà nel settore giustizia, in particolare nelle sezioni Lavoro e Previdenza, nel Civile e al Giudice di Pace. Difficoltà dettate da un elevato carico di lavoro non proporzionato alle forze messe in campo, vale a dire dei magistrati, che fa lievitare enormemente la tempistica di definizione delle varie cause.

Una opportunità unica, dunque, per sviscerare ciò che è meritevole di intervento da parte dello stato centrale in un territorio in cui i giudici rimangono giusto il tempo utile per svolgere il proprio servizio per poi chiedere il trasferimento in altra sede senza, il più delle volte, essere rimpiazzati. Sì, perché Vibo Valentia non può certamente essere annoverata tra le sedi ambite, sia per i magistrati di prima nomina che tra quelli più navigati.

E il risultato è che questi specifici settori restano ingessati, con cause che si protraggono per anni (in qualche caso anche oltre un decennio) prima di arrivare a definizione. Settori importanti anche per il tessuto occupazionale e produttivo del territorio che subisce, proprio per questi motivi, un freno. A mettere il “carico da 11” era stata l’indagine del Sole24Ore nella parte in cui stabiliva in 800 giorni la definizione di una causa civile. Una tempistica ottimista visto che era stato lo stesso De Luca ad evidenziare il dato era sbagliato per difetto.

Questo e tanto altro ancora sarà, dunque, esposto dal presidente De Luca che proprio nei giorni scorsi aveva fotografato la situazione della giustizia vibonese che aveva portato l’Ordine a proclamare lo stato di agitazione e lanciare un accorato appello, tra gli altri, al ministero della Giustizia e alla Premier Giorgia Meloni.

Ministero che, come detto, ha raccolto quel grido di allarme. Che sia la volta buona per un intervento massiccio dello Stato? È l’auspicio di tutti, perché una giustizia che funziona, che dà risposte in tempi ragionevoli, può far recuperare la fiducia delle persone in essa. 

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