Il luogo dell'omicidio di Giuseppe Muzzupappa
3 minuti per la letturaLa Procura di Vibo ha notificato la conclusione indagini nei confronti di sette persone accusate di favoreggiamento nell’omicidio di Giuseppe Muzzupappa commesso dal collaboratore di giustizia Pasquale Megna in un bar a Nicotera Marina
VIBO VALENTIA – Svolta nell’inchiesta per favoreggiamento in occasione dell’omicidio commesso a colpi di pistola dal collaboratore di giustizia Pasquale Megna ai danni di Giuseppe Muzzupappa la sera del 26 novembre 2023 nel Bar Planet di Nicotera Marina. La Procura di Vibo ha infatti notificato la conclusione indagini nei confronti di sette persone: Francesco Congiusti, 45 anni; Angelo Carrieri, 27 anni; Emanuele Carrieri, 21 anni; Fortunato Gurzì, 24 anni; Pantaleone Lentini, 35 anni; Costantino Emanuele Panetta; Gennaro Borzì. Tutti residenti a Nicotera, ad eccezione dell’ultimo residente invece a Spilinga. Decisive, ai fini dell’indagine, le dichiarazioni rese proprio dal pentito – ex esponente del clan Mancuso di Limbadi – agli inquirenti della Dda di Catanzaro e della Procura ordinaria, quest’ultima guidata da Camillo Falvo, sia sulle fasi del delitto che sulla successiva latitanza, fino al suo arresto.
Tutti gli indagati, difesi dagli avvocati Francesco Capria, Francesco Schimio, Franco Pagano e Maurizio Prestia.
LE CONTESTAZIONI DI FAVOREGGIAMENTO AGLI INDAGATI
Francesco Congiusti, titolare dell’attività commerciale, immediatamente dopo che Megna aveva commesso l’omicidio avrebbe rimosso l’impianto di videosorveglianza presente nel locale al fine di sottrarre alla possibile acquisizione per le successive indagini attinenti all’autore ed eludere le investigazioni dell’Autorità ed a sottrarsi alle ricerche delle forze di polizia finalizzate al suo rintraccio”.
Gurzì avrebbe asserito agli investigatori dapprima di non essere stato presente nel Bar Planet e, successivamente, di essere uscito dal bagno per poi fuggire dalla porta laterale del locale dopo avere udito dei colpi di arma da fuoco senza essere direttamente all’omicidio; Carrieri, invece, avrebbe dichiarato di non essere stato presente nel Bar Planet nella serata in cui era stato consumato l’omicidio.
Quest’ultimo inoltre si sarebbe messo alla guida della vettura di Megna subito dopo la consumazione del delitto accompagnandolo a nascondersi presso l’abitazione di un soggetto terzo sita in località Monte Poro; avrebbe inoltre reso false dichiarazioni, in qualità di persona informata sui fatti, ai Carabinieri del Reparto Operativo – Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Vibo asserendo di avere accompagnato il collaboratore in quella serata solamente sino al distributore di benzina e di essere tornato indietro subito dopo. In più avrebbe fornito ospitalità e rifugio, in particolare ospitando il fuggitivo presso un’abitazione in località Monte Poro e successivamente accompagnandolo con la stessa vettura all’interno del bar.
I RUOLI DI BORZÌ, LENTINI E PANETTA DOPO L’OMICIDIO COMMESSO DA MEGNA A NICOTERA
Lentini e Borzì avrebbero raggiunto Megna fornendogli ospitalità presso le loro rispettive abitazioni, dapprima, quella di Borzì, e nel corso della notte, in quella di Lentini, aiutandolo negli spostamenti successivi, oltreché rifornendolo di cibo.
Infine, Panetta avrebbe fornito assistenza e rifugio a Megna ospitandolo presso l’appartamento di proprietà del suo nucleo familiare, a Vibo Valentia, e provvedendo anch’egli a rifornirlo, fino alla data del suo arresto, avvenuto la notte del 9 gennaio del 2024.
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