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Domenico Tomaino e Salvatore Morelli

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VIBO VALENTIA – Erano ricercati dal 19 dicembre del 2019, quando riuscirono a sottrarsi alla cattura nella maxioperazione “Rinascita-Scott”. A praticamente due anni di distanza, e dopo numerosi e instancabili indagini e appostamenti, i carabinieri e la Dda di Catanzaro li hanno trovati ed arrestati.

Salvatore Morelli, alias Turi l’Americano, 38 anni, ritenuto il braccio destro dell’ex boss, oggi pentito, Andrea Mantella, e Domenico Tomaino, detto “il Lupo”, 29 anni di Vibo considerato uno dei componenti della ‘ndrina dei “Pardea-Ranisi”, alle dirette dipendenze proprio di Morelli, Domenico Macrì, detto “Mommo” e Francesco Antonio Pardea.

Gli investigatori li hanno individuati in serata in una casa sita nelle campagne di Conidoni, piccola frazione del comune di  Briatico. Un blitz condotto con estrema delicatezza che ha portato a neutralizzare i due latitanti, intenti a cenare, precludendo loro ogni via di fuga. Colti di sorpresa, a Morelli e Tomaino non è rimasto altro che arrendersi. Entrambi sono quindi, stati trasferiti al comando provinciale dell’Arma in attesa di essere tradotti, dopo le formalità di rito, nel carcere di vibo.

Salvatore Morelli viene descritto dal suo ex capo, Andrea Mantella, come una mente criminale finissima al quale avrebbe lasciato le redini dopo la sua decisione di collaborare con la giustizia. Numerosi sono infatti i verbali in cui l’ex boss scissionista di Vibo parlava di quello che era il suo delfino: “Quando sono stato carcerato per l’ultima volta, sul territorio il potere lo lasciai a Salvatore Morelli e ai due miei cugini, Vincenzo e Salvatore Mantella, i quali si servivano degli altri appartenenti al gruppo, vale a dire Domenico Tomaino, Francesco Antonio Pardea più altri ragazzi di cui si serviva Morelli” che veniva indicato sempre da Mantella come soggetto che operava nel settore delle sostanze stupefacenti.

Altro pentito che ha spesso tratteggiato la figura di Turi L’Americano è Bartolomeo Arena, il quale lo ha sempre inquadrato come il soggetto che individuava le imprese alle quali chiedere denaro a titolo estorsivo e indicandone come dote posseduta quella elevata della “Stella”. «Morelli – afferma Arena – ha commesso unitamente ai Piscopisani un tentato omicidio ai danni dei fratelli Bellissimo di Soriano».

“U Lupu”, com’è soprannominato Tomaino, farebbe parte del gruppo che racchiude le nuove leve del crimine della città. È ritenuto uno dei responsabili dell’estorsione al titolare di una concessionaria di auto in concorso con Morelli e Domenico Macrì e di aver posizionato il 22 marzo 2017, sempre su ordine di Morelli, un delfino morto davanti la saracinesca della sede delle società “2 P Costruzioni e Patania Costruzioni” di proprietà del costruttore Francesco Michelino Patania, alias “Ciccio Bello”, costruttore di Vibo Valentia, ritenuto il ramo imprenditoriale del clan Lo Bianco-Barba e del gruppo di Mantella. Con la cattura di Morelli e Tomaino (difesi dall’avvocato Giuseppe Di Renzo) restano due i latitanti di Rinascita-Scott, Pasquale Bonavota, presunto capo dell’omonimo clan di Sant’Onofrio e Domenico Cugliari, detto “Scric”, suo compaesano.

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