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Il furgone incendiato

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VIBO VALENTIA – Lo scorso febbraio il furgone di una ditta impegnata nella frazione San Giovanni di Mileto in opere di rifacimento e manutenzione della rete fognaria era andato a fuoco. Il responsabile del cantiere aveva presentato denuncia e le indagini condotte dai carabinieri e coordinate dalla locale Procura della Repubblica avevano subito intrapreso la pista giusta. È stato così accertato che il danneggiamento altro non era che una ritorsione ad un tentativo di estorsione.

Gaetano Zupo

I presunti responsabili, infatti, già noti alle forze dell’ordine, avrebbero dapprima avvicinato gli operai della ditta, con lo scopo di ottenere una percentuale del 3% dell’appalto in esecuzione e, a distanza di pochi giorni dal rifiuto dell’imprenditore di pagare la somma richiesta, in pieno giorno, avrebbero dato alle fiamme il furgone della ditta parcheggiato di fronte al cantiere, distruggendo il materiale edile presente sul luogo e causando danni anche alle vicine abitazioni, per fortuna senza feriti.

Gli elementi di prova raccolti hanno consentito alla Procura della Repubblica di richiedere e ottenere dal Giudice per le Indagini Preliminari l’emissione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dei presunti autori del grave atto intimidatorio. Il provvedimento è stato eseguito questa mattina dai Carabinieri della Stazione di Mileto nei confronti di uno dei due presunti responsabili mentre il secondo, al momento irreperibile, è attivamente ricercato. L’uomo fermato è Gaetano Zupo, classe 1984, di San Giovanni di Mileto, fratello di Antonino Zupo, ucciso il 22 settembre 2012 a Gerocarne nell’ambito della faida delle preserre.

Nella circostanza è stata segnalata all’autorità giudiziaria la posizione di un terzo soggetto, che durante gli accertamenti avrebbe reso dichiarazioni mendaci agli inquirenti per sviare le indagini.

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