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Giovanni Celeste Benvenuto, giovane vignaiolo che rilancia lo zibibbo

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VIBO VALENTIA – La medaglia d’oro al The WineHunter Award al suo Mare 2021 è solo l’ultima, recentissima, stella da appuntare a un palmares già ricco e in continuo aggiornamento. Qualche settimana prima, sempre per il bianco Igp a base zibibbo e malvasia, era arrivata la medaglia d’argento al Concours Mondial de Bruxelles.

Ancor prima, era stato il Premio Angelo Bretti al Vinitaly a decretarne l’ingresso tra i Benemeriti della viticoltura italiana. In mezzo a tanti traguardi e riconoscimenti, come non citare l’exploit internazionale con il New York Times che, nel maggio 2020, inserisce il suo Zibibbo Igp Calabria tra i 20 miglior vini bianchi d’Italia.

A FRANCAVILLA ANGITOLA LO ZIBIBBO DELLE CANTINE BENVENUTO

Le Cantine Benvenuto

Giovanni Celeste Benvenuto – e le sue vigne insediate tra le Preserre e il mar Tirreno, sulle colline di Francavilla Angitola – non sono più una promessa ma una solida realtà della viticoltura calabrese. Ambizione unita ad innovazione danno vita a proposte originali che hanno conquistato i favori della critica e degli appassionati. Ritagliandosi spazi di rilievo nelle guide e nelle riviste di settore. Solcando senza complessi d’inferiorità il mercato estero (Francia, Germania, Belgio, Regno Unito, Usa, Canada e ora anche Giappone). Una realtà che non smette mai di sfornare nuove idee legate tutte dalla medesima filosofia aziendale (amore, determinazione, cura maniacale) e da un filo rosso che s’innesta nei tralci dello zibibbo coltivato su terrazzamenti accarezzati dalle brezze marine. Vitigno che Benvenuto ha saputo rilanciare come pochi, attribuendogli nuovo senso e significati.

LA RIVOLUZIONE ENOICA DELLO ZIBIBBO

È stato lui l’apripista, un po’ come fece Elio Altare con i “Barolo boys” (passi il parallelismo), della rivoluzione enoica degli “Zibibbo boys” che sta riportando in auge quella stessa uva che per secoli i contadini di Pizzo e della costa vinificavano clandestinamente, essendo la pratica vietata. Via via, la bacca giallo paglierino dell’antico Moscato di Alessandria – a Pantelleria già riconosciuta patrimonio immateriale Unesco – è entrata nei disciplinari regionali ed è divenuta Presidio Slow Food. Benvenuto ne ha reinterpretato storia ed essenza, miscelando tradizione e innovazione, proponendola in versione dry, passito ed Orange; birrificandola nella floreale Sole calabro; distillandone dalle vinacce una sorprendente grappa; spumantizzandola in versione charmant con il godibile Mishalai.

L’OSCAR GREEN DI COLDIRETTI

Il vigneto di zibibbo Benvenuto

Coldiretti gli ha già conferito l’Oscar Green per la vocazione innovativa ma Benvenuto è anche sinonimo di un’imprenditoria enologica competente, lucida e resiliente di un giovane che dall’Abruzzo, in una significativa storia d’emigrazione al contrario, è tornato nei vigneti dei nonni restituendo ad essi dignità e valore. Modernizzando processi antichi. Cogliendo e sfruttando le potenzialità di quel territorio.

MEDAGLIA D’ORO AL THE WINEHUNTERS DI MERANO

Non manca mai di ricordarlo, Giovanni Celeste, quel richiamo che lo ha riportato in Calabria sulle orme degli avi. E anche in occasione dell’Oro che il Merano Wine Festival gli ha tributato con il WineHunter Award, rievoca gli «anni di lavoro e sacrifici, in un territorio che amo e che rappresenta fortemente le mie radici». In una Calabria che, afferma con orgoglio d’appartenenza non scontato, «continua ad essere premiata con riconoscimenti di alta qualità e serietà». E che vede, aggiungiamo noi, anche grazie ad aziende giovani e lungimiranti come Cantine Benvenuto, crescere rispetto e considerazione in ciò che fa. 

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