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Gilberto Floriani e Stefano Luciano

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VIBO VALENTIA – È guerra aperta tra Gilberto Floriani, fondatore e già direttore del Sistema bibliotecario vibonese, e Stefano Luciano, capogruppo del Pd che, specialmente nel corso di questi ultimi tempi, si sono punzecchiati sui social. Ma adesso la questione è esplosa pubblicamente anche sugli organi di stampa e negli ambienti istituzionali.

LA GENESI

La diatriba nasce dalla recente interrogazione dell’esponente dem in Consiglio comunale tesa a chiedere al comune chiarimenti su una «serie di episodi recenti tra cui la nomina del direttore (il figlio Emilio Floriani, ndr) e in generale sugli atti amministrativi, tra cui canoni di locazione, contratti, ecc; visto che a quanto pare siamo in presenza di un rapporto organico tra i due enti nell’ambito dell’attività culturale».

FLORIANI RISPONDE

La replica, Gilberto Floriani, l’ha fatta sul proprio profilo Fb e sulla pagina ufficiale del Sbv, scrivendo che «gli operatori e i volontari del Sistema sono convinti che le attività che quotidianamente portano avanti parlino per loro e che siano largamente apprezzate dalla stragrande maggioranza dei cittadini vibonesi e della provincia. Non possono però ignorare che è in atto un tentativo del capogruppo del Pd, e anche del suo silente partito, che con la scusa di interrogare il comune, vuole danneggiare una grande realtà culturale che solo bene ha portato alla città nel corso degli anni. Non è estranea a tutto questo la malevolenza di alcuni personaggi che mal sopportano il lavoro altrui».

Per reagire «democraticamente a queste strumentalizzazioni – aggiunge Floriani – gli operatori e i volontari del Sistema intendono essere presenti ai lavori del Consiglio comunale quando si discuterà l’interrogazione del capogruppo del Pd. Invitano tutti coloro che li seguono, che usufruiscono dei loro servizi, che li apprezzano, a partecipare con loro tra il pubblico. Sara una presenza silenziosa, ci si riserva solo di distribuire materiali informativi».

LA CONTROREPLICA DI LUCIANO

E non si è fatta attendere la controreplica di Luciano nella quale l’interessato ha spiegato che la questione posta «nell’esercizio della mia funzione di consigliere comunale, relativa al sistema bibliotecario, non può essere personalizzata come intende fare Gilberto Floriani. Non è una sfida tra me e lui, anche perché non ho interessi di nessun genere che possano entrare in conflitto con i suoi. La mia è una battaglia politica per la città, perché sono convinto che la città può progredire se iniziano ad esserci regole certe per tutti e se si esce dalla logica degli “amici degli amici”».

Il capogruppo Dem in Consiglio, ricorda che il tutto nasce da una sua interrogazione del 3 settembre 2019, finalizzata a conoscere la regolarità di tutti gli immobili pubblici e non solo di Palazzo Santa Chiara, sede proprio del Sistema bibliotecario. «A tale interrogazione aveva risposto l’assessore Scalamogna evidenziando che l’ente non pagava il canone concessorio pari a soli 15mila euro annui. Pertanto, ho ritenuto di presentare una nuova interrogazione per sapere di più trovando inconcepibile che i cittadini devono pagare le tasse e qualche privilegiato utilizza immobili pubblici senza pagare nulla». Aggiunge, Luciano, di aver letto poco tempo dopo da una determina del Comune che era

tato nominato direttore del sistema bibliotecario nella persona di Emilio Floriani, figlio di Gilberto, e «mi ponevo il problema di capire, sempre con una interrogazione consiliare, se tale nomina fosse regolare tenuto conto che certe opportunità devono essere garantite a tutti negli enti pubblici e non soltanto ai figli, ai generi, ai nipoti, alle mogli di chi in quegli enti ricopre cariche di potere. Diversamente non esisterebbe la meritocrazia e i giovani vibonesi si troverebbero costretti a scappare via dalla città per trovare spazi adeguati alle proprie aspettative».

L’esponente del Pd, evidenzia, dunque, di aver «fatto soltanto il mio dovere di consigliere comunale che è quello di battermi per le regole, per la trasparenza e per i diritti di tutti i cittadini che devono avere pari opportunità senza distinzioni tra cittadini di serie A e cittadini di serie B. Voglio evidenziare che l’attacco personale ed intimidatorio che ho subito da Floriani, non fermerà la mia voglia di andare avanti per adempiere ai miei doveri di politico che lavora non per sé stesso ma per il bene collettivo».

L’INTERVENTO DI SORIANO

A sostegno di Luciano, il collega di partito Stefano Soriano: «Certo, scrivere su Facebook senza la possibilità di contraddittorio con l’altra parte sembra più un tentativo maldestro di mettere il bavaglio ad un partito che nulla ha contro il sistema bibliotecario Vibonese, che piuttosto ha sostenuto in tantissime occasioni, ma che ha semplicemente posto un’interrogazione legittima in consiglio comunale. Nessuno del Partito deocratico è contro la promozione della cultura nella nostra città, quindi restando aperti al confronto democratico, prima di esprimere facili giudizi, è meglio affrontare l’argomento posto da Gilberto Floriani in contraddittorio», ha concluso Soriano.

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