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Piazza Municipio a Vibo Valentia

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SOLO un posto in più rispetto all’anno passato. Un magro risultato per la provincia di Vibo Valentia che resta relegata negli ultimissimi posti in Italia per la qualità della vita. Peggio di lei sono riusciti a fare Foggia, Caltanissetta, Isernia e Crotone, fanalino di coda. La graduatoria pubblicata come ogni anno dal quotidiano economico Sole 24 Ore (LEGGI) non lascia, d’altronde, spazio ad ulteriori letture differenti, anche se ci sono delle voci tutto sommato positive (e che devono rappresentare uno stimolo per le altre) che, tuttavia, vengono messe in ombra da quelle che relegano il territorio quasi alla fine della lista, incidendo, pertanto, nel risultato finale che vede il Vibonese piazzarsi – nella classifica generale – al 103° posto. Male le categorie relative a “Giustizia e sicurezza” che fanno perdere ben 16 posizioni e malissimo quelle di “Demografia e società”.

Di contro: si recuperano posizioni – anche in maniera rilevante – in tre indicatori: Affari e lavoro, ambiente e servizi e ricchezza e consumi. Per Cultura e tempo libero il dato è invariato, ma non certo esaltante: 106°

Il meglio e il peggio

La performance migliore è rappresentata dall’imprenditoria giovanile che pone la provincia addirittura sul gradino più alto del podio in base alla ricerca effettuata da Infocamere con un punteggio di 12 (dove la media nazionale è 8); a far da contraltare l’aspetto legato alla qualità della vita delle donne – di cui si sono analizzati 12 parametri tra i quali occupazione, imprese, quote rosa, sport e competenze Stem) che posizionano il territorio alla fine della classifica (307 punti su una media nazionale di 560).

Ricchezza e consumi

Sotto questa voce il dato fa attestare il Vibo Valentia al 101° posto, in risalita di tre rispetto all’anno precedente. Numerose le sottocategorie considerate dove ovviamente più basso è il numero e migliore è la prestazione avuta. Uno dei dati più preoccupanti è quello del reddito medio per le pensioni di vecchiaia che attesta come le quote siano tra le più inferiori della Penisola. Ecco la lista: Inflazione di prodotti alimentari e bevande non alcoliche (68°); popolazione con crediti attici (101°); inflazione energia, gas e prodotti combustibili (9°); Canoni medi di locazione (11°); Spesa delle famiglie per il consumo di beni durevoli (80); beneficiari del Reddito di cittadinanza (93); Spazio Abitativo (33°) e Reddito medio da pensione di vecchiaia (103°).

Affari e lavoro

Vanno meglio le cose in questa categoria che pone la provincia al 52° posto su scala nazionale (+52 se raffrontato all’anno precedente). Detto dell’imprenditoria giovanile, gli altri numeri positivi ma preoccupa la voce “Giovani che non lavorano e non studiano” che fa registrare l’82° posto. Insomma, secondo la ricerca la piaga della mancanza di lavoro, tant’è che come tasso di occupazione (per soggetti tra i 20 e i 64 anni) ci si attesta al 102° posto, due in meno per quanto concerne le “Start Up innovative” e stesso numero per la “Quota di export sul Prodotto interno lordo” (Pil).

È chiaro che questi numeri uniti all’assenza di una istruzione, ancora troppo marcata, si riflettano inevitabilmente su tutte le altre classifiche – e quindi anche su quella generale -; di contro i risultati lusinghieri attengono gli Infortuni sul lavoro dove il Vibonese è tra le province con il più basso numero (20° posto); le nuove iscrizioni di imprese (20°); la qualità delle strutture alberghiere (43°); la densità dei posti letto nelle strutture ricettive (14°) e la partecipazione alla formazione continua (14°).

Giustizia e sicurezza

Male questa categoria che fa segnare un 96° posto (-16 rispetto al 2021) che sconta le difficoltà del settore, la carenza di magistrati, la lunghezza delle cause giudiziarie e soprattutto l’indice della criminalità, sia essa organizzata o semplice. Andiamo per singole sottocategorie e relativi posizionamenti “Durata media delle cause civili” (107°); “durata delle cause pendenti ultratriennali” (107°); “indice di criminalità e totale dei delitti denunciati” per ogni 100mila abitanti (66°); Incendi (91°); “capacità di riscossione dei Comuni” (93°); ma la voce col risultato maggiormente negativo è quella di un fenomeno particolarmente diffuso: quello delle estorsioni (siamo al 106° posto). Oltre metà classifica per le sottocategorie “delitti informatici”, “Mortalità per incidenti stradali” e “indice di litigiosità” (tutte fanno attestare il territorio al 68° posto). Va meglio alle voci “Furti con strappo” (6°), Rapine su pubblica via (5°), furti in abitazione (17°), “riciclaggio e impiego di denaro” (39°), “reati legati allo spaccio di stupefacenti” (35°); e “indice di rotazione delle cause” (3°).

Demografia e società

Ancora peggio vanno le cose in questa categoria che fa scivolare il Vibonese alla 104ª posizione (ne perde ben 22 rispetto al 2021). Oltre a quello già esposto dell’imprenditoria femminile in cui siamo fanalino di coda, l’altro dato più allarmante è quello alla voce “Medici specialisti per 10mila abitanti” (Istat 2021) che piazza il territorio al 104° posto, mentre per i “Medici di medicina generale attivi ogni 1.000 abitanti” va meglio: (56°). Di seguito quelle maggiormente negative: “Persone con almeno un diploma” e “Laureati ed altri titoli terziari” che fanno segnare rispettivamente un 78° e un 65° posto e peggio è quella degli “Anni di studio” (82°). Male anche il “Saldo migratorio totale” (103°), e la presenza di “Immigrati regolari residenti” (85°).

Altro aspetto: il dato su “l’età media del parto” è veramente basso (18° posto) così come il “quoziente di natalità” (22°), cui però fa da contraltare quello su “Speranza di vita alla nascita” (84°). Andando ai “casi Covid ogni 1.000 abitanti il responso è positivo: 37°.

Ambiente e servizi

Qui si recuperano ben 14 posizioni rispetto a 12 mesi fa: ora si è 78esimi. Partiamo dai sottoindicatori negativi: “Piste ciclabili” (105°), “tasso di motorizzazione” (105°); “sportelli bancari attivi ogni 10mila abitanti” (102°); “isole pedonali” (96°). E se va male la voce “Aziani” e “Bambini” (che fa riferimento a 12 parametri tra cui orti urbani, biblioteche, farmaci, infermieri) e che fanno attestare il dato rispettivamente al 101° e al 94° posto, quella “Giovani” – che segue gli stessi indicatori – fa segnare la posizione nr 18. Tutto sommato buoni i risultato alle sottocategorie “Ecosistema Urbano” (55°) – che raggruppa 18 parametri tra cui raccolta differenziata, consumi idrici e trasporto locale -, e “illuminazione pubblica” (54°), mentre va decisamente meglio per “energia elettrica da fonti rinnovabili” (26°), “qualità dell’aria” (19°), “consumi energetici” (15°).

Cultura e tempo libero

Qui la posizione in graduatoria è rimasta invariata rispetto al 2021. Invariata ma negativa: 106° piazzamento. Come di consueto elenchiamo i sottoindicatori negativi: innanzitutto vi è una scarsa “partecipazione elettorale (102° posto), una altrettanto carente “penetrazione della banda larga” (103°) e “numero di famiglie raggiunte” (98°); si fa anche peggio per l’“offerta culturale” (105°). Male anche la “presenza di palestre, piscine, centri benessere” (94°) e di “aziende agrituristiche” (82°). Si continua a leggere poco, tant’è che “l’indice di lettura” posiziona la provincia all’87esima posizione. Si inizia a risalire lievemente la china sotto altre voci anche se non c’è molto da rallegrarsi. Intanto, “l’indice sport e bambini” –  in base ai dati su praticanti, scuole e risultati – fa piazzare il vibonese all’88° posto.

Va meglio alla categoria “Verde Urbano” (72°), e ancor di più per “Bar” ogni 1.000 abitanti e “Librerie” ogni 100mila e “ristoranti” ogni 1.000 abitanti: rispettivamente al 68° posto il primo e al 61° gli altri due. Buono il “Patrimonio museale” (55°) mentre il vibonese si attesta all’8° posto per amministratori comunali con meno di 40 anni.

Insomma, guardando questi numeri si comprende bene come nel campo della qualità della vita – soprattutto in settori di preminente importanza che maggiormente interessano i cittadini – la montagna da scalare sia ancora altissima e che le amministrazioni comunali e della giustizia ed il comparto della sanità debbano investire pesantemente sul territorio. È anche vero che qualcosa si inizia ad intravedere ma è un flebile raggio di sole in una giornata uggiosa. Davvero flebile.

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