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La sede dell'amministrazione provinciale di Vibo Valentia

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Il presidente dell’amministrazione provinciale di Vibo L’Andolina rinvia la seduta sul bilancio di previsione ma è ormai “ostaggio” dei numeri. Forza Italia e Coraggio Italia si sfaldano, l’opposizione si rafforza e non è l’unica a farlo

VIBO VALENTIA – Dopo solo 7 mesi dal suo insediamento Corrado L’Andolina non ha più la maggioranza all’interno del consiglio provinciale. Il presidente infatti si ritrova al momento con un’assemblea ostile. Una situazione che vede unirsi, agli esponenti della minoranza, parte di quella che era fino ad oggi lo schieramento che l’aveva supportato. Componenti che di fatto fanno riferimento all’ex consigliere regionale Vito Pitaro pur essendo alcuni di questi in quota Forza Italia, la stessa di riferimento del massimo esponente politico dell’ente. Ma vediamo cosa è avvenuto in assemblea.

L’assemblea era stata convocata dal presidente per discutere del bilancio di previsione. Ma lo stesso, evidentemente consapevole dei numeri poco favorevoli, richiamando un particolare articolo del regolamento dell’ente intermedio ha sospeso la seduta. L’Andolina ha assunto la decisione dopo che il consigliere Roberto Scalfari (Forza Italia) aveva richiesto in aula la presenza della responsabile della Ragioneria della Provincia, Caterina Gambino, ma la sua impossibilità a presenziare in aula avrebbe spinto a quel punto lo stesso presidente a rinviare la seduta.

Crepe nella maggioranza dell’amministrazione provinciale di Vibo

Rinvio che però è stato avversato dalla minoranza (Marco Miceli, Maria Teresa Centro e Domenico Tomaselli per il gruppo La Provincia del Futuro). Ma anche dai colleghi Vito Pirruccio e Giuseppe Leone (Forza Italia) nonché da Alessandro Lacquaniti (Coraggio Italia) che hanno chiesto di metterla ai voti.

E dall’esito è uscito – non troppo a sorpresa – un risultato che ha, di fatto, certificato la sconfitta di chi aveva avanzato tale proposta. Sei contrari contro quattro favorevoli (L’Andolina, Scalfari, Daniele Galeano di Forza Italia e Carmine Mangiardi di Coraggio Italia). A quel punto, però, il presidente ha tolto dal cilindro uno specifico articolo del regolamento dell’assemblea, nello specifico, l’articolo 10. Si tratta di un articolo che di fatto consente la sospensione della seduta a discrezione del presidente. Decisione che ha suscitato le accese proteste dei sei consiglieri. Questi ultimi hanno rilevato la presenza del segretario generale che poteva consentire il normale svolgimento dei lavori.

Il dato politico. È vero che è stata prorogata al 30 settembre l’approvazione del bilancio di previsione e che in caso di bocciatura l’amministrazione provinciale di Vibo non cadrà ma verrà inviato un commissario. Ma è altrettanto vero che il dato politico che emerge da quanto avvenuto stamani è chiaro ed inequivocabile ed ha anche dei parallelismi con quanto sta accadendo al Comune di Vibo, per come tra l’altro fatto risaltare nelle sue dichiarazioni dal consigliere Miceli nel rilevare che “non c’è mai stata una vera maggioranza a sostegno di L’Andolina quanto più che altro un’accozzaglia di sigle”.

La spaccatura all’interno di Forza Italia

Intanto si è cristallizzata la spaccatura di Forza Italia visto che due dei suoi esponenti hanno sostenuto il presidente, mentre gli altri, più vicini a Pitaro, si sono invece espressi in maniera opposta, concordando con la linea dell’opposizione che da oggi può contare ufficialmente su un altro elemento: Lacquaniti, che ha ufficializzato in aula tale passaggio. 7

E lo stesso dicasi per Coraggio Italia (ma questo era ormai solo questione di tempo) in quanto un consigliere ha appoggiato la linea del presidente, l’altro l’ha avversata mentre il terzo (Elisa Fatelli, era assente). Ed in effetti, a ben vedere, di analogie con il Comune capoluogo di provincia ce ne sono, visto che a guidare l’amministrazione è un sindaco di Forza Italia (Maria Limardo) ma che di fatto nel Consiglio di ieri ha dovuto incassare una fiducia a termine da parte del gruppo “Città Futura”, che fa capo sempre a Pitaro.

L’Andolina ha così commentato le decisioni dei consiglieri: “Prendo altresì atto che l’opposizione alla presidenza e ai consiglieri che la sostengono è per alcuni versi, aprioristica e pregiudiziale, per altri, dettata da motivazioni del tutto slegate dal bilancio e dall’azione politico-amministrativa. Ribadisco che il vincolo fiduciario del presidente è collegato ai sindaci e ai consiglieri comunali dell’intero comprensorio provinciale. Infine, auspico che in seno al Consiglio – ha chiosato L’Andolina – prevalgano, sulle posizioni pregiudiziali il senso di responsabilità e l’esigenza di assicurare il buon andamento dell’azione amministrativa”.

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