X
<
>

Un tratto di spiaggia di Ricadi

Condividi:
2 minuti per la lettura

RICADI – Spero un giorno di rivedere quell’angelo che ci ha salvato la vita». Domenico Marasco, il 43enne docente originario di San Calogero, ma residente per lavoro a Edolo, in provincia di Brescia, e suo figlio di sette anni possono dirsi dei miracolati. Domenica scorsa se non ci fosse stato il provvidenziale intervento del caporalmaggiore dell’esercito, Pasquale Faga, oggi staremmo, infatti, a raccontare una tragedia. Il militare – fuori dal servizio –, di stanza a Rosarno in quanto impegnato nell’operazione “Strade sicure”, si è tuffato in mare per salvare entrambi (LEGGI).

E adesso, il prof Marasco – contattato dal Quotidiano – ha voluto calorosamente ringraziarlo dopo averlo fatto già una volta riportato a riva. È lo stesso docente a raccontare quei terribili momenti alla Baia di Riaci: «Ricordo che la giornata era molto calda e quindi con mio figlio di sette anni abbiamo deciso di fare il bagno per stemperare la calura. Abbiamo, quindi, preso il materassino ma senza accorgerci, la corrente ci ha allontanato dalla riva. Quando abbiamo realizzato dove fossimo eravamo a diverse decine di metri. Non avrei avuto particolari problemi a tornare. anche perché il mare era calmo, ma ad un certo punto ho iniziato a vedere sfuocato, ogni cosa mi appariva di colore giallastro».

Erano le avvisaglie di un malore amplificate dal respiro progressivamente affannoso. L’uomo è riuscito ad aggrapparsi al materassino mentre il figlio cercava di attirare l’attenzione della gente a riva. E fortunatamente sulla battigia c’era il caporalmaggiore Faga che senza pensarci un attimo si è tuffato raggiungendo in pochi secondi padre e figlio. Una corsa contro il tempo anche perché il docente avrebbe potuto perdere conoscenza ed annegare da un momento all’altro. Il sottufficiale dell’esercito italiano, però, è riuscito nel suo intento riportando a riva il 43enne, seguito, sul materassino dal ragazzino. Quindi l’arrivo dei soccorsi e il trasporto del malcapitato presso l’ospedale dove si trova tutt’ora per una serie di accertamenti. Ripensa – ed è inevitabile – a quei terribili ed interminabili momenti, la paura di annegare, di non rivedere più i propri cari, ma anche la tenacia di restare attaccato alla vita e di continuare a lottare mantenendo la lucidità. Quindi l’arrivo del militare e la fine dell’incubo: «Sono stati minuti tremendi – racconta – ho visto tutto il mondo cadermi addosso. Per quanto volessi reagire mi ricordo che non ne avevo le forze. Sentivo mio figlio gridare, chiamare aiuto. È stato bravissimo. Quindi, l’arrivo del nostro salvatore e il riporto a riva».

Il prof Marasco è, come detto, ancora degente, e spera di rimettersi presto anche perché i ragazzi dell’istituto Meneghini di Edolo, a cui insegna Economia e Diritto, lo stanno aspettando, ma ha ancora un desiderio da esprimere: «Vorrei incontrare nuovamente il caporalmaggiore Pasquale Faga, per ringraziarlo di vero cuore. Se oggi sono vivo è solo grazie a lui. Ho inoltrato richiesta a Rosarno per poterlo incontrare. Spero che ciò possa avvenire prima che parta con la mia famiglia per il Nord». Una preghiera che, crediamo, non resterà inevasa.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE