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AVELLINO- «Un’esistenza granitica». Così i magistrati della Decima Sezione del Tribunale del Riesame di Napoli hanno confermato le misure cautelari firmater dal Gip del Tribunale di Napoli e avvalorato il quadro indiziario sull’esistenza e operatività del cosiddetto Nuovo Clan Pèarttenio. E’ quello che emerge dalle circa cinquanta pagine di motovazione depositate dai magistrati del Tribunale della Libertà dopo la tornata di udienze davanti alla loro Sezione per una parte dei ventitrè finiti in carcere nella notte tra il 13 e 14 ottobre nel corso dell’Operazione dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Avellino denomimata Partenio 2.0. I magistrati del Riesame, differentemente da quanto avvenuto in precedenza, hanno confermato invece la presenza di un’organizzazione crimninale. Così come aveva ribadito in aula il pm della Direzione Distrettuale Antimafia Simona Rossi, che insieme al collega Luigi Landolfi coordina l’inchiesta sull’organizzazione criminale operativa mella città capoluogo e nell’hinterland avellinese. Scrivono nelle quarantaquattro pagine dell’ordinanza i magistrati del Tribunale della Libertà: « Ebbene il complesso ed articolato quadro indiziario ha consentito di accertare l’esistenza di una vera e propria organizzazione criminale di tipo camorristico, operante ad Avellino e paesi limitrofi, costituita dall’attività Delvecchio clan genovese detto anche Partenio, da Pasquale Galdieri soprannominato Milord, gia’ ritenuto affiliato al suddetto sodalizio criminale che, approfittando dello stato detentivo dei capi storici di quel sodalizio criminale ( Modestino e Amedeo Genovese detenuti e condannati all’ergastolo) con la collaborazione di altri personaggi della zona di Mercogliano, legati da un comune passato delittuoso, Dello Russo Carlo e Valente Carmine soprannominato «caramella» noto per la sua appartenente al Clan Cava di quindici i vertici sono anch’essi ristretti da numerosi anni, assume il controllo criminale dei territori avellinesi» Anche le indagini condotte dai militari del Nucleo Investigativo di Avellino trovano ampio riscontro nella valutazione da parte dei magistrati del Tribunale del Riesame: « il corposo quadro indiziario posto a fondamento del provvedimento cautelare in esame è costituito principalmente da conversazione telefoniche e ambientali captate nel lungo periodo compreso tra giugno 2014 in novembre 2018, i cui contenuti trovano forti riscontri nelle acquisizioni e nello sviluppo dei tracciati del traffico telefonico delle utenze cellulari monitorate nella posizione e nei servizi di appostamento provocati proprio sulla scorta delle conversazioni, nelle perquisizioni locali a personali e nei conseguenti sequestro operato a carico di gran parte degli indagati»Si tratta del lavoro che è stato condotto dai militari agli ordini del capitano Quintino Russo tra il 2014 e il 2018. Anche ricostruendo atti criminosi e intimidazioni avvenute in particolare nella zona dell’Alta Irpinia.
E c’è un altro passaggio che cristallizza l’esistenza di un vero e proprio metus criminale da parte degli indagati ma in particolare, oltre alle intimidazioni, anche uno dei settori più fiorenti dell’organizzazione camorristica, q: « risulta ampiamente l’utilizzo da parte del gruppo della forza di intimidazione promanante dalla caratura criminale palesata dagli atti di forza realizzati e dalle attività economiche finalizzate a garantire il sostentamento una serie molteplici di captazioni ha dato conto dell’esistenza di un altro fiorente settore nell’ambito del quale spaziava l’ attività dell’organizzazione, ovvero quello dell’usura, le cui redini erano mantenute, per conto di Pasquale Galdieri, dal di lui fratello Galdieri Nicola, unitamente al Dello Russo Carlo e agli altri soggetti allo stesso sottoposti, quali Taccone Antonio, Chiauzzi Filippo, Bocciero Diego ed altri».
Un ultimo passaggio, quello che i magistrati del Riesame hanno dedicato ancora una volta, prima di entrare nella valutazione sugli indagati per cui è stata confermata la misura cautelare, è quello relativo sempre all’esistenza del clan Partenio: «ritiene pertanto, questo tribunale, graniticamente dimostrata l’esistenza e l’operatività di un gruppo criminale ben organizzato e capeggiato da Galdieri Pasquale che attraverso una serie di atti intimidatori attuati con modalità tipicamente camorristiche, si imponeva sui territori di Avellino e dell’Irpinia».
Ora si attende anche che vengano dewpositate le motivazioni delle altre misure confermate, anche se il quadro generale resterà lo stesso. aerre

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