X
<
>

Condividi:
3 minuti per la lettura

MERCOGLIANO- “E’ un colpo al cuore per la comunità monastica”. L’Abate Padre Riccardo Guariglia non nasconde la propria commozione all’indomani del furto all’interno del museo Abbaziale del Santuario di Montevergine. E’ stato lui stesso, alla guida del santuario fondato da san Guglielmo, a denunciare il furto da una teca posta sul muro di alcune parure in oro e pietra, parte dell’ampio patrimonio degli ex voto donati nel corso dei secoli dai fedeli. Ad accorgersi della sparizione di alcuni gioielli, nelle ultime 48 ore, il custode. Per impossessarsi dei preziosi, i ladri hanno praticato un foro alla base della teca. Nessuna traccia, invece, di forzatura sulla porta d’ingresso.
Indagini sono in corso da parte dei carabinieri della Compagnia di Avellino. “ Si tratta di ex voto, che si caricano di un valore profondo – prosegue Padre Riccardo – per chi ha deciso di donare degli ori alla Madonna di Montevergine per chiedere una grazia. Sono parure di monili molto cari alla comunità dei benedettini e dei fedeli. Fino al 1960, prima del restauro della Madonna di Montevergine, decoravano Pettiglia dell’effige sacra, così cara a milioni di fedeli. Sono gioielli, accuratamente catalogati, che non hanno un grande valore economico quanto artistico e insieme raccontano la diffusione del culto della Madonna. Intanto, abbiamo consegnato i filmati alla videsorveglianza”. Ad esprimere vivo sconcerto Padre Andrea Cardin che spiega: “Siamo tutti addolorati. Ormai non c’è rispetto per nulla, per il santuario, per la Madonna di Montevergine così amata dalla comunità irpina. Viviamo tempi difficili. Certo è che i ladri credono di aver messo a segno chissà quale furto e di aver portato via chissà quale bottino mentre si tratta di pezzi in oro 12 o 14 carati. Difficile immaginare che i ladri possano rispondere all’appello dell’Abate e restituire i gioielli rubati. Anche se le strade della Provvidenza sono infinite”. A parlare di un gesto vile è anche il sindaco di Mercogliano Vittorio D’Alessio: “Speriamo di poter individuare presto i colpevoli. Sarebbe bello se quei monili fossero restituiti anche in forma anonima al santuario. In quei gioielli ci sono anni di fede e speranza”. A far sentire la sua vicinanza alla comunità anche Vladimir Luxuria, fortemente devota a Mamma Schiavona: “E’ un gesto ignobile, che offende profondamente coloro che hanno fede e che avevano donato il poco o il molto che possedevano a mamma Schiavona. E’ terribile pensare che verrà venduto questo oro come se fosse solo merce di scambio”
E’ la sala di di San Guglielmo a conservare sulle pareti gli innumerevoli ex-voto che si trovavano collocati fino al 1960 sull’immagine della Madonna di Montevergine, testimonianza dell’intercessione divina della Madonna nella concessione di grazie e miracoli. Prima di entrare nella sala, ancora nel passaggio, si trova custodito in un’urna di bronzo il corpo del “beato” Giulio, il quale, pur senza imbalsamazione, si conserva ancora in buone condizioni. Spoglie a cui il culto popolare attribuisce molti miracoli, malgrado l’autorità ecclesiastica non si sia ancora pronunciata in merito e non gli abbia ancora conferito il titolo di “beato”.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE