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AVELLINO- Dopo mesi di polemiche e mai sopiti bracci di ferro tra i comuni appartenenti al Piano di zona Avellino, la Regione Campania interviene a gamba tesa e avvia il procedimento dell’Ambito territoriale A4. La decisione, già nell’area da qualche settimana è stata formalizzate nella riunione della giunta regionale di ieri pomeriggio, “prendendo atto del fatto – dice l’assessore alle Politiche Sociali Lucia Fortini- che dopo tre anni dalla costituzione dell’Azienda consortile non si è ancora proceduto alla nomina degli organi statutari. E ad oggi non è stato ancora presentato il Piano di Zona. Il benessere dei cittadini – ha aggiunto l’assessore regionale- è nostro primo e unico impegno. Non si può consentire che non vengano date risposte alle persone più fragili. Abbiamo dato tempo e risorse a quest’Ambito, e il procedimento di commissariamento è inevitabile”.

La goccia che ha fatto traboccare un vaso colpo da troppo tempo, i tentativi dell’Assemblea dei sindaci – risultati vani – di eleggere i membri vacanti, quello delegato del Pratola Serra dopo il Commissariamento del Comune, poi San Martino Valle Caudina, dopo le dimissioni dal Cda del sindaco Pasquale Pisano a seguito dell’elezione a capo dell’Asi. Solo con la ricomposizione dell’organigramma, l’ambito sociale avrebbe potuto procedere a deliberare i successivi atti, anche in termini di programmazione finanziaria, per dare materialmente vita all’Azienda Consortile. A pesare sull’esito delle riunioni, principalmente l’assenza del Comune capoluogo che, secondo una parte di sindaci guidati dal Presidente dell’Assemblea, Nunziante Picariello, appariva sintomatica della mancanza di volontà di far partire l’Azienda, mentre secondo il sindaco Gianluca Festa necessaria per impedire quelli che ha definito “accordi carbonari per spartimenti di poltrone”.

Già tempo addietro Festa aveva contestato giuridicamente il bando di selezione del direttore generale dell’Azienda consortile, che vide vincere Raffaele D’Elia (già guida dell’ex ambito sociale), procedura poi bloccata dal Tar e tutt’ora al vaglio della Magistratura. Quindi la nomina di direttore ad interim del Segretario generale di Palazzo di città, Enzo Lissa, e una serie di successivi tentativi di dar vita e forma alla nuova formula giuridica del Piano di zona, quindi l’epilogo del commissariamento. Se da un lato il sindaco di Avellino continua a rivendicare una precisa scelta di “trasparenza” garantendo come l’erogazione dei servizi sociali non si sia mai fermato, dall’altro i consiglieri di opposizione di Palazzo di città analizzano il rovescio della medaglia.

“La Regione- commenta Luca Cipriano- mette finalmente fine ad una telenovela triste il cui unico protagonista è il sindaco Festa. Con la sua testardaggine, la mancanza di sensibilità verso persone svantaggiate che hanno bisogno di servizi sociali, e soprattutto con la sua voglia sfrenata di occupare ogni postazione di potere, hanno di fatto tenuto in ostaggio e paralizzato il Piano di zona”. Cipriano ricorda come i fondi regionali siano già disponibili da tempo, “pronti ad essere spesi per i servizi di assistenza, se solo il Comune di Avellino avesse attivato le procedure per la partenza dell’Azienda consortile. Speriamo che con l’arrivo del Commissario si potranno ristabilire procedure limpide e si volti pagina. Intanto sarebbe auspicabile- aggiunge- che dopo lo schiaffo ricevuto dalla Regione, Festa si decida a chiedere scusa alla città”.

Durissimo anche Ettore Iacovacci :“Da tempo in Commissione trasparenza chiedevamo documentazioni e atti che certificassero lo stato dei luoghi dell’Azienda consortile, ma abbiamo solo riscontrato ostruzionismo. Il commissariamento è la riprova che ci avevamo visto giusto. Festa sin dal suo insediamento ha fatto orecchie da mercante, mentre solo alcune cooperative hanno continuo a lavorare, poi sarebbero state fatte anche assunzioni a termine, ma senza mai una chiara pubblicità dei bandi per diffondere la partecipazione. Non vorrei pensare che il Comune di Avellino abbia agito in questo modo per favorire qualcuno, perché se fosse così, ma spero di sbagliarmi, allora occorre anche l’intervento della Magistratura”.

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