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Angela Celentano

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Il Gip di Napoli: «la Turchia non collabora», prorogate di altri 120 giorni le indagini sul mistero di Angela Celentano, la bambina scomparsa nel 1996 sul Monte Faito.


NAPOLI – Un nuovo capitolo si apre nel mistero della scomparsa di Angela Celentano. Il Gip del Tribunale di Napoli, oggi, 12 dicembre 2024, ha deciso di prorogare di altri 120 giorni le indagini sulla piccola scomparsa nel 1996 sul Monte Faito. Una notizia che riaccende la speranza nei genitori, Catello Celentano e Maria Staiano, di ritrovare finalmente la loro bambina.

Gli inquirenti, da anni concentrati sulla cosiddetta “pista turca”, continuano a scavare per far luce su questo caso che ha sconvolto l’opinione pubblica. Nonostante gli sforzi, finora non sono emersi elementi decisivi per risolvere la scomparsa di Angela Celentano. La notizia della proroga è arrivata ai genitori di Angela attraverso i media, e non da un diretto contatto con gli uffici giudiziari.  Tramite l’avvocato l’avvocato Luigi Ferrandino, hanno deciso di manifestare con una lettera il loro disappunto.

L’AVVOCATO DELLA BAMBINA SCOMPARSA: «CHIEDIAMO PIÙ SENSIBITÀ PER I GENITORI DI ANGELA CELENTANO NEL COMUNICARE A LORO LO STATO DELLE INDAGINI»

«Ancora una volta apprendiamo dai mezzi di informazione notizie che attengono alle indagini relative alle ricerche in Turchia di Angela». Scrive Ferrandino. « È di poche ore fa la notizia che Lei avrebbe concesso un’ulteriore proroga di 120 giorni per l’espletamento di indagini suppletive in Turchia. Nei suddetti articoli si legge un virgolettato che viene ripreso dal suo provvedimento di proroga. “Nonostante il sollecito del Ministero di Giustizia Italiano nulla è pervenuto dalla Turchia”. I signori Celentano, mio tramite – si legge nella nota del legale – sono a chiederle informazioni in merito alla veridicità di tale notizia fatta circolare sulla stampa. E la invitano ad avviare un indagine volta ad individuare il responsabile della diffusione del contenuto del suo provvedimento».

«Catello Celentano e Maria Staiano – continua Ferrandino – seppure grati per la tenacia della magistratura nel proseguire le ricerche della figlia, sono a chiederle per il futuro di avere la sensibilità, per due genitori che cercano la figlia da quasi trent’anni, di comunicare agli stessi lo stato delle indagine, al fine di evitare l’imbarazzo ed il dolore di apprendere la notizia dai media».

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