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NAPOLI– La Corte d’Appello di Napoli ha assolto “per non aver commesso il fatto” l’ex sottosegretario all’Economia, Nicola Cosentino, nel processo cosiddetto “Il Principe e la Scheda Ballerina”, in cui l’ex coordinatore campano di Forza Italia era accusato del reato di tentato impiego di capitali illeciti con l’aggravante mafiosa, in relazione alla costruzione a Casal di Principe di un centro commerciale voluto dal clan dei Casalesi, ma mai edificato.


In primo grado Cosentino era stato condannato a cinque anni e mezzo di carcere dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere; oggi il procuratore generale aveva chiesto per Cosentino la conferma della condanna. È la seconda assoluzione per l’ex uomo forte di Forza Italia, dopo quella ricevuta nel processo sull’azienda di carburanti di famiglia L’indagine della Direzione distrettuale antimafia di Napoli da cui è nato il processo a carico di Nicola Cosentino, portò nel dicembre 2011 all’arresto di quasi 50 persone, non solo per la realizzazione del centro commerciale il Principe (mai realizzato), ma anche per voto di scambio in relazione alle elezioni comunali di Casal di Principe del 2007 e del 2010..


Il principale fatto contestato a Cosentino riguardava all’incontro che l’ex sottosegretario ebbe a Roma preso la filiale dell’Unicredit il 7 febbraio 2007, e che secondo l’accusa doveva servire per fare pressioni sul funzionario Cristoforo Zara per concedere il finanziamento da 5 milioni di euro per realizzare il centro commerciale. I legali di Cosentino avevano sempre smentito la circostanza che l’incontro fosse servito allo scopo indicato dalla Dda, in quanto il prestito era già stato deliberato il 31 luglio del 2006, e due giorni prima del famoso incontro, l’Ufficio Legale dell’Istituto di Credito diede parere positivo all’erogazione; peraltro l’erogazione fu poi bloccata.


I giudici d’appello hanno accolto tale ipotesi, assolvendo anche Cristoforo Zara e Gaetano Iorio, imprenditore accusato di associazione mafiosa. A carico di Cosentino resta ora una condanna definitiva a quattro anni per per la corruzione di un agente del carcere di Secondigliano , un’altra a dieci mesi di carcere perché riconosciuto colpevole di diffamazione e violenza privata nei confronti dell’ex governatore Stefano Caldoro; mentre è in corso il processo per concorso esterno in associazione camorristica, cosiddetto Eco4 perchè relativo alla gestione, ritenuta politico-mafiosa da parte della Dda, di uno dei quattro Consorzi rifiuti del Casertano.

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