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Domenico Battaglia

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Ha detto che non ama definirsi un “prete di strada» ma che vorrà camminare per strada per accorgersi di chi resta indietro. Dalle strade delle periferie più abbandonate, dai luoghi della sofferenza ha voluto iniziare il suo ministero episcopale a Napoli ancora prima di insediarsi ufficialmente alla guida della diocesi partenopea. Una scelta – quella dell’arcivescovo Domenico Battaglia, che succede al cardinale Crescenzio Sepe – che vale molto più di mille parole, annunciando che la Chiesa di Napoli sarà sempre di più missionaria.

La giornata di Battaglia, 57 anni, calabrese di origine ma fino al 12 dicembre vescovo della piccola diocesi di Cerreto Sannita (appena 90mila abitanti) è cominciata molto presto con una preghiera nel convento di clausura delle Sacramentine. Poi subito dopo ha voluto toccare e visitare la città con un incontro con i familiari di un vigilantes ucciso, anni fa, da alcuni ragazzi; quindi ha voluto ascoltare le parole di una ragazza nigeriana giunta in Italia dopo un viaggio di sfruttamento e violenza, poi ammalatasi di Aids.

E ancora è stato a casa di un operaio dello stabilimento napoletano della Whirlpool e a San Giovanni a Teduccio nell’associazione «Figli di Maria». E con alcuni di loro ha voluto fare l’ingesso in cattedrale dove era assente il suo predecessore, il cardinale Sepe, perchè ancora convalescente dopo il covid. Ma per Battaglia l’imperativo, negli anni che lo vedranno come 123mo successore di Sant’Aspreno alla guida della più grande diocesi del Sud, dovrà essere quello di riorganizzare la speranza consapevole che da oggi, ha detto nel corso dell’incontro con le autorità, «inizia un nuovo tratto di strada ed il mio desiderio più grande è quello di poterci riappropriare della capacità di sognare insieme» soprattutto in un tempo, come quello dell’emergenza Covid, che «finito per aumentare le diseguaglianze e con esse le tensioni sociali».

Monsignor Battaglia ha svolto gli studi filosofico-teologici nel Pontificio Seminario Regionale “San Pio X” di Catanzaro ed è stato ordinato sacerdote il 6 febbraio 1988 da Antonio Cantisani, arcivescovo di Catanzaro-Squillace, a Satriano nella Chiesa di Santa Maria di Altavilla. Dal 1989 al 1992 è stato rettore del Seminario liceale di Catanzaro e della Commissione diocesana “Giustizia e Pace”..

All’incontro con le autorità, oltre al sindaco di Napoli, Luigi de Magistris e al governatore della Campania, Vincenzo De Luca, erano presenti anche i ministri Enzo Amendola e Gaetano Manfredi. Battaglia ha detto che «proprio oggi qui a Napoli dobbiamo dissodare insieme, perché se davvero abbiamo intenzione di riappropriarci del sogno sappiamo molto bene che è necessario tornare a ragionare in termini di noi, dobbiamo ricominciare a ragionare al plurale- “Monsignor Battaglia sarà impegnato in un compito non facile, in una delle realtà più difficili d’Italia e d’Europa. Ci aspettiamo da lei una testimonianza coerente con il messaggio di uno dei pochi riferimenti ideali del mondo contemporaneo, Papà Francesco. Ci aspettiamo da lei una testimonianza sul campo”.

Lo ha detto il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, durante l’insediamento del nuovo arcivescovo. “Credo che ci incontreremo sul campo a Napoli – ha affermato De Luca – saremo chiamanti a fare i conti con mille contraddizioni. Una lotta sociale che è compito difficile così come lo è tutelare i più deboli”. “Un giorno di gioia per Napoli, Don Mimmo è la persona giusta per Napoli in questo momento. Qui c’è bisogno di resistenza e di ripartire con minori disuguaglianze”. Così il primo cittadino di Napoli Luigi De Magistris commenta l’insediamento di Don Mimmo.

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