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L'auto in fiamme durante gli scontri tra tifosi di Napoli ed Eintracht

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La città di Napoli esce devastata dalla guerriglia pre e post partita mentre i tifosi dell’Eintracht ripartono tra arresti e polemiche

NAPOLI – Napoli prova a tornare alla normalità dopo la vera e propria guerriglia urbana che ha devastato la città e ferito l’intera comunità partenopea. Piazza del Gesù ritrova il vociare dei turisti che attraversano una via ripulita da vetri, pietre e suppellettili spaccati.

Restano però i danni subiti dai commercianti dei locali che si trovano lungo Calata Trinità Maggiore danneggiati pesantemente dalla follia devastante degli ultrà.

Nel frattempo, finiti i riconoscimenti, i tifosi tedeschi dell’Eintracht sono partiti alla volta di Francoforte. Si tratta di circa 470 persone che lasciato l’albergo sul lungomare di Napoli sono stati trasferiti con i bus a Salerno, Frosinone e Capodichino.

Il bilancio, provvisorio, delle indagini dice che sono otto le persone arrestate, di cui cinque napoletane e tre tedesche (tutti destinatari di Daspo tra 5 e 8 anni), sei gli uomini delle forze dell’ordine feriti, e diverse decine di migliaia se centinaia di migliaia di euro di danni alle cose (negozi, arredi e quant’altro).

NAPOLI-EINTRACHT: DOPO I DANNI E LA GUERRIGLIA, ARRESTI POLEMICHE E RECRIMINAZIONI

In Prefettura la riunione d’urgenza del comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. Le polemiche divampano, a Roma c’è chi chiede che il ministro Piantedosi si dimetta o riferisca in Aula. Si moltiplicano gli allarmi sui rischi di possibili nuovi scontri, come probabilmente sarebbe avvenuto a Fiumicino, dove i supporter di Lazio, Roma e i tifosi dell’Eintracht di Francoforte, che stavano rientrando in Germania dopo il match a Napoli, rischiavano di incontrarsi.

Il dispositivo di sicurezza ha evitato che i vari gruppi di ultrà, con i laziali diretti in Olanda e i romanisti in Spagna, entrassero in contatto. I supporter delle due squadre capitoline, spiega la polizia, “indossavano abbigliamento di colore scuro con indumenti utili al travisamento in caso di scontri”.

Per quanto riguarda i tifosi partenopei, ora sono osservati speciali in vista del match di Serie A Torino-Napoli di domenica alle 15. I supporter si sposteranno per la prima volta nuovamente in Italia dopo il divieto di due mesi imposto dal Viminale dopo gli scontri dell’8 gennaio in autostrada con ultrà romanisti, ai quali è stato poi imposto lo stesso divieto. Il rischio è soprattutto di incroci pericolosi con altre tifoserie che si spostano.

POLEMICHE SULLA GESTIONE DELL’EVENTO SUL PIANO DELL’ORDINE PUBBLICO

Ma intanto divampa la polemica sul dispositivo di sicurezza messo in campo ieri a Napoli. Ma il prefetto, Claudio Palomba, lo difende e sottolinea che non c’è stato contatto tra le tifoserie e che la scelta di concentrare in piazza del Gesù i tifosi tedeschi è stata la migliore visto che in caso contrario avrebbero potuto disperdersi a gruppi nei vicoli e nei locali, con conseguenze imprevedibili.

Il sindaco Manfredi, invece, chiede di bloccare la circolazione dei teppisti nell’Ue e attacca a muso duro il presidente dell’Uefa, Ceferin, che aveva definito “intollerabile” il divieto alla trasferta a Napoli per i tifosi dell’Eintracht. “Le dichiarazioni del presidente dell’Uefa Ceferin sono inaccettabili perché partono da un pregiudizio, come se a Napoli fossero tutti delinquenti e chi arriva qua è invece santo. Non è vero, i delinquenti sono dappertutto e vanno affrontati con la consapevolezza che se non li estirpiamo dalla dinamica del gioco alla fine le persone non si potranno muovere per l’Europa per una partita”, chiosa Manfredi.

NAPOLI-EINTRACHT, GLI ARRESTI NON CHIUDONO LE INDAGINI

Intanto il lavoro investigativo va avanti, si visionano le immagini della videosorveglianza per completare l’identificazione dei partecipanti agli scontri. Sono state, sottolinea il questore Alessandro Giuliano, 48 ore complicate. Per i dirigenti dell’Eintracht quanto successo ieri è una “violenza senza giustificazione, fatti che rovinano il calcio e ci danneggiano”

Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, chiede alla Meloni di fare come Thatcher, attuare in Italia la stessa legge che in Inghilterra ha stroncato gli hooligans per poi ribadire la sua posizione. «Il tifo deve essere assolutamente sano perché allo stadio ci vanno famiglie, bambini, adolescenti ai quali non bisogna assolutamente far fare un giro di cocaina, fumare marijuana, né far vedere un’arma o dire che in fondo ‘il Napoli siamo noi’, perché questo è il leit motiv di 300-400 persone. Queste persone probabilmente ieri erano fuori dal Maradona, vivendo come cani sciolti dietro alle forze dell’ordine con la scusa di fronteggiarsi con i tedeschi».

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