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Il pm Catello Maresca sempre più tentato dalla sfida delle Regionali, quale campione della società civile. Potrebbe essere l’antagonista di Vincenzo De Luca, ormai certo della ricandidatura, forte di sondaggi in crescita. Ma il magistrato non sarebbe l’uomo del centrodestra, come affermano rumors insistenti.

Bensì il candidato di un’ampia coalizione civica, con i partiti sullo sfondo del progetto, o del tutto assenti. Maresca, per ora, sta alla finestra. Prima di sciogliere la riserva, vuole comprendere le dinamiche, innescate dall’ipotesi discesa in campo. Capire quali forze verrebbero liberate, dal suo salto in politica, nel tessuto civile della Campania. E intanto moltiplica le uscite pubbliche, nel solco di un impegno sociale, in cui da anni è impegnato.

Non parla di politica, ma non fa mistero dell’interesse. Del resto, nel campo vanta già un’esperienza: a 20 anni, prima di vincere il concorso in magistratura, fu eletto nel consiglio comunale di San Giorgio a Cremano. Un dettaglio da tenere a mente: si candidò con una lista civica di sinistra. Il che, secondo alcuni, escluderebbe un riposizionamento nel centrodestra.

Nonostante tutto, l’area moderata è in pressing su di lui. Una parte almeno, perché Forza Italia è ferma sul nome di Caldoro, in ossequio al diktat di Berlusconi. Ma in Fratelli d’Italia – il cui candidato di bandiera è oggi Edmondo Cirielli – aumentano i consensi sull’opzione Maresca. E anche la Lega, nei discorsi riservati, si mostra possibilista. Il pm, però, non sembra interessato.

Nel suo schema – secondo ambienti giudiziari – ci sarebbe un progetto più ampio, partendo da un movimento di opinione. Un indizio, notato da pochi, viene da un post su Facebook di giorni fa. L’autore è l’avvocato napoletano Ferruccio Fiorito, amico storico del magistrato.

«Sì sta formando un movimento di opinione culturale e politico – scriveva domenica- intorno a un grande magistrato, ma ancor prima un grande uomo (lo conosco da oltre 30 anni e lo posso affermare con cognizione) che risponde al nome di Catello Maresca. Non so cosa lui deciderà, non so cosa accadrà, davvero non lo so, una cosa è però certa, oggi, le persone capaci e in grado di suscitare un movimento di opinione, devono partecipare alla crescita della società di cui fanno parte».

La chiosa, con hashtag di battaglia: «Dobbiamo essere in tanti a chiederglielo perché oggi in politica c’è un grande vuoto che va colmato. #iostoconcatellomaresca».

Un particolare rivela come queste parole riflettano il pensiero di Maresca: il magistrato, presente sui social con uno pseudonimo, ha messo un like sul post. Un avallo pieno, ad una sorta di manifesto politico. A quanto se ne sa, il magistrato guarda con favore ad alcune iniziative di mobilitazione, tutte col timbro civico. Nelle ultime settimane, sui social, stanno sorgendo comitati per sostenerne la candidatura. Il più numeroso, finora, si chiama “Sinergie per Catello Maresca”, raggruppa 3.700 iscritti. Molti sono della provincia di Salerno. Ad aprirlo il penalista partenopeo Sergio Pisani.

«Il gruppo nasce come costola di sinergie per l’Italia – spiega il professionista – un mio progetto politico, ideato a gennaio. Quando ho sentito le parole di Maresca che diceva che si sarebbe candidato se glielo avessero chiesto i cittadini, ho pensato di creare sinergie per Catello». Tra gli aderenti, consiglieri comunali di Salerno, come Antonio Cammarota, Roberto Celano, Dante Santoro. Troviamo pure l’imprenditore nocerino Pasquale D’Acunzi, il medico chirurgo Carmela Rescigno, entrambi di Fratelli d’Italia. Ci sono anche esponenti forzisti, come la consigliera regionale Flora Beneduce o Stanislao Lanzotti, commissario di Fi per la Grande Napoli, e figlio dell’ex assessore Caterina Miraglia. Nutrita anche la rappresentanza della società civile: tra gli altri il pm anticamorra Cesare Sirignano, il manager di eventi culturali Roberto Vargiu, il veterinario Antonio Polichetti.

Il progetto Maresca. L’ipotesi di una candidatura Maresca nasce per aggregare le energie sane della società, intorno ad un progetto di continuità. Ossia, proseguire in politica la battaglia per la legalità, e contro i poteri criminali. Poteri sempre dietro l’angolo, anche nelle istituzioni.

Anzi pronti ad infiltrarsi, come dimostrano le cronache di anni. Un saggio di questa visione arriva anche ieri, giornata consacrata al ricordo della strage di Capaci, data simbolo per il movimento antimafia, come inizio di un riscatto civile. «La prossima battaglia che dovremo affrontare – dichiara Maresca – sarà quella per difendere l’istituto del carcere duro previsto dall’articolo 41 bis dell’ordinamento penitenziario, a parte l’ultima sentenza della Corte Costituzionale che ne circoscrive gli effetti in relazione allo scambio di beni tra detenuti, è in corso da tempo un processo di lenta erosione dell’istituto».

Secondo il magistrato «sarebbe un grave errore di valutazione quello di non comprendere tempestivamente il pericolo che si nasconde dietro questa tendenza negazionista. E’ una constatazione che rende oggi più amara questa giornata di commemorazione di Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo e degli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro». Quindi il messaggio: «Speriamo che la politica sappia comprendere per tempo il pericolo ed intervenga con determinazione ed efficacia. La lotta alle mafie non è facile e si fa con convinzione e competenza». In caso contrario, potrebbe entrare in scena proprio lui.

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