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Caso ha voluto che la Fase 2 dell’emergenza Coronavirus scattasse in una data iconica per i fan di Guerre Stellari, lo Star Wars Day, celebrato ogni anno il 4 di maggio. Il motivo è nell’assonanza – possibile solo in inglese – fra “May the fourth” (4 maggio appunto) e “May the Force” (“Che la Forza”), completato poi da “be with you” (“sia con te”).

Un’invocazione all’energia misteriosa della “Galassia lontana lontana” – nata dal genio di George Lucas -che attraversa tutte le cose e solo un Cavaliere Jedi è in grado di amministrare con saggezza, evitando le insidie del Lato Oscuro. Una preghiera inventata che oggi suona come un buon auspicio, mentre siamo chiamati a non vanificare i sacrifici di due mesi di lockdown.

Causa pandemia gli eventi che in tutto il pianeta ogni anno vedono come animatori i fan non potranno, ovviamente, svolgersi. Un peccato se si pensa che questo Star Wars Day è il primo dell’era post Skywalker. Le vicende della famiglia protagonista dell’opera centrale del franchise si sono, infatti, concluse a fine 2019, con l’uscita di Episodio IX “L’ascesa di Skywalker”.

Il brand, in ogni caso, resta in piedi, affidato, per il momento, alle acclamate serie animate e alla fiction spinoff “The Mandalorian”, in onda su Disney+. Ma per il futuro la casa di produzione di Topolino – che nel 2012 ha acquistato la Lucas Arts per oltre 4 miliardi di dollari – avrebbe in progetto un’altra trilogia, ambientata secoli prima della nascita di Anakin Skywalker (alias Darth Fener) – ai tempi della “Vecchia Repubblica” – e una serie dedicata a Obi Wan Kenobi. L’universo mitologico di Guerre Stellari sembra dunque destinato a espandere ulteriormente i propri confini. Con buona pace dei fan “duri e puri” che non hanno mai fatto mistero di non apprezzare la commercializzazione spregiudicata operata da Disney nei confronti di un franchise entrato di diritto nella storia del cinema.


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