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Si stimano almeno mille voli cancellati a seguito dello sciopero del settore aereo svoltosi nella giornata del 16 luglio, alta l’adesione registrata dai sindacati

Si stimano quasi mille voli cancellati in tutta Italia e 250mila viaggiatori coinvolti, a causa dello sciopero del settore aereo, indetto da Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Ugl, tra le 10 e le 18 di ieri 16 luglio 2023.

Ad incrociare le braccia è stato il personale di terra degli aeroporti, che lamenta un contratto scaduto da ormai sei anni. Insieme al cosiddetto personale dell’”handling”, hanno incrociato le braccia anche piloti e assistenti di volo della spagnola Vueling e di Malta Air, che opera le rotte Ryanair. Erano 200 i voli cancellati a Fiumicino, una decina a Bari. 150 tra Linate e Malpensa, 118 a Napoli. 34 a Palermo, una trentina a Torino Caselle, 9 a Genova. 43 al Marconi di Bologna e 101 a Venezia.

«Nessuno mette in dubbio il diritto allo sciopero. Appoggio le giuste richieste dei lavoratori inascoltate da anni, lavoro perché le trattative continuino. Ma non accetto che alcuni sindacati blocchino l’Italia causando disagi e danni a milioni di lavoratori italiani e turisti stranieri. Se non prevarrà il buonsenso, sono pronto a intervenire come ho già fatto per evitare il blocco totale dei treni» ha detto, a proposito della nuova ondata di scioperi, il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini.

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Ita Airways ha fatto sapere di avere cancellato 133 voli assicurando comunque riprenotazioni sui primi voli disponibili. Ryanair, invece, informa «che cancellazioni e possibili ritardi sono previsti per i voli da e per l’Italia». E che i passeggeri coinvolti “sono stati avvisati delle diverse opzioni via Email, SMS e con una notifica sull’app”.

Anche Vueling avvisa i passeggeri e invita a controllare lo stato della tratta. “L’andamento degli scioperi nell’handling aeroportuale e tra i piloti di Ryanair, che hanno registrato un’altissima adesione, è la dimostrazione di quanto siano pressanti e urgenti le questioni che ormai da troppo tempo poniamo alle aziende” fa sapere la Uil.

In collaborazione con Italpress


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