Donald Trump
4 minuti per la letturaL’incubo di una recessione si fa strada dopo la pioggia di dazi lanciata da Donald Trump: in tre giorni persi circa 10mila miliardi di dollari
I mercati finanziari stanno vivendo giorni sempre più turbolenti, con le principali piazze europee e asiatiche che continuano a registrare pesanti perdite a causa del ciclone dazi, lanciato la scorsa settimana dalla Casa Bianca.
La reazione dei mercati è stata immediata, con un calo complessivo che, in soli tre giorni, ha bruciato circa 9.500 miliardi di dollari. Un dato che offre la misura della portata della crisi che sta investendo l’economia globale, con la paura di una recessione sempre più concreta.
Ieri (7 aprile 2024), in particolare, le borse europee hanno chiuso in rosso, sebbene abbiano registrato un parziale recupero dopo i peggiori momenti della giornata. Dopo un avvio catastrofico, che ha visto la perdita di ben 890 miliardi di dollari nelle prime tre ore di scambi, le piazze europee sono riuscite a limitare i danni. Tuttavia, l’atmosfera è stata tutt’altro che rassicurante. Piazza Affari, che già ieri aveva subito pesanti ribassi, ha registrato una perdita del 5,18%, scendendo a 32.853 punti, dopo aver toccato anche il -7% durante la giornata. Nella stessa direzione, anche altre borse europee come Francoforte (-4,19%), Parigi (-4,78%) e Madrid (-5,11%) hanno visto i listini scendere vertiginosamente.
Il principale motore di questa ondata di vendite è, senza dubbio, l’escalation della guerra commerciale globale, scatenata dalle misure protezionistiche annunciate dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, la settimana scorsa. L’introduzione di nuovi dazi su una vasta gamma di prodotti, tra cui i beni industriali europei e cinesi, ha messo in allarme i mercati, alimentando le preoccupazioni su un rallentamento dell’economia globale.
A dare un’illusione di sollievo per un breve periodo è stata la voce, riportata da fonti anonime, secondo cui gli Stati Uniti avrebbero preso in considerazione una sospensione dei dazi per 90 giorni. Questo rumor ha fatto sperare in una tregua, ma è stato prontamente smentito dallo stesso Trump. In un intervento su Truth Social, il presidente ha ribadito con fermezza che i dazi sono una “medicina” necessaria per riequilibrare la bilancia commerciale degli Stati Uniti, invitando i suoi concittadini a mantenere la calma e a non cedere al panico.
Le dichiarazioni contrastanti della Casa Bianca non fanno che alimentare l’incertezza, con gli investitori sempre più confusi su quale sarà il prossimo passo degli Stati Uniti in questa delicata partita geopolitica.
La situazione è resa ancora più complessa dal fatto che la riunione straordinaria della Federal Reserve potrebbe fornire indicazioni importanti sul futuro della politica monetaria, anche se i risultati non saranno resi noti fino al termine del meeting.
Se in Europa il panico è palpabile, è in Asia che si registrano le perdite più pesanti. Hong Kong, ad esempio, ha vissuto la seduta peggiore dal 1997, con un crollo del 13,22%, mentre Tokyo ha visto un ribasso del 7,83%. Questi numeri riflettono l’impatto devastante delle misure economiche adottate da Pechino in risposta alle azioni statunitensi, che hanno imposto dazi del 34% sulle merci americane. La risposta cinese ha fatto salire la tensione sui mercati, creando un clima di incertezza che potrebbe durare ancora per settimane.
Il rallentamento economico sembra ormai inevitabile. Goldman Sachs ha alzato al 45% le probabilità di una recessione negli Stati Uniti nei prossimi 12 mesi, un livello decisamente preoccupante rispetto alla stima del 35% di una settimana fa. Secondo gli esperti della banca d’investimento, la guerra commerciale ha accelerato un deterioramento delle condizioni finanziarie che potrebbe avere ripercussioni devastanti sulla crescita globale. Non solo: se i dazi proposti da Trump dovessero essere effettivamente attuati, la recessione potrebbe arrivare già nel quarto trimestre del 2025.
Anche JPMorgan, che tiene traccia dei dati di Wall Street dal 1980, sottolinea che l’andamento attuale dei mercati rientra nei parametri storici, con l’S&P 500 che ha registrato ribassi medi annuali del 14%. Tuttavia, se il calo supererà tale soglia, si potrebbero verificare scenari molto più gravi, con una ripresa che potrebbe risultare molto più difficile del previsto.
Il caos che sta attraversando i mercati globali è frutto della combinazione di fattori economici e politici, con il conflitto commerciale tra Stati Uniti e Cina in primo piano. In questo contesto, nonostante i tentativi di intervento da parte di Ursula Von Der Leyen, presidente della Commissione Europea, che ha proposto una soluzione di “zero tariffe” sui beni industriali tra le due potenze economiche, la strada verso una stabilizzazione sembra ancora lontana.
L’incertezza regna sovrana e le prossime settimane saranno decisive per comprendere se i mercati riusciranno a trovare un equilibrio o se, al contrario, l’escalation dei dazi porterà a conseguenze ancora più gravi. Gli investitori, intanto, restano in attesa di segnali che possano almeno attenuare la tempesta in corso.
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