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Mario Draghi durante la conferenza stampa di questa sera

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Si assume fino in fondo Draghi la responsabilità di fare quello che è giusto al massimo usando le leve di finanza pubblica consentite e, soprattutto, mettendo a frutto il miracolo economico realizzato in questo anno e mezzo con gli spazi fiscali liberati. Un miracolo che è fatto di metodo che significa decidere quando si deve decidere, dal Covid all’economia, rispettare le scadenze europee in tutti i campi, credibilità internazionale mai così alta per l’Italia che favorisce la crescita interna, il benessere e l’equità, perché quel credito restituisce capacità attrattiva alla nostra economia. Che, a sua volta, vuol dire più investimenti, più reddito, più lavoro. Un miracolo economico raccontato in assoluta solitudine da questo giornale mentre addirittura i centri studi delle imprese non solo lo negavano, ma rilanciavano a tutto spiano previsioni fosche. Per non parlare del racconto catastrofista mediatico e politico che ha sempre scandito in una specie di contrappasso allucinato i mesi della conquista italiana del podio europeo della crescita. Oggi quel miracolo consente di aiutare famiglie e imprese con altri 17 miliardi senza scostamento di bilancio

Il dato politico che va colto preliminarmente è che Draghi da uomo di Stato va avanti fino a portare a compimento il suo compito e questo lo fa uscire alla grande. Si prende la responsabilità di non lasciare macerie e opera perché ciò non avvenga. Non è l’uomo delle piccole vendette anche se ne avrebbe le ragioni visto come è stato calpestato tutto ciò di straordinariamente importante che ha costruito per meri calcoli elettorali così miserevoli al punto da essere rischiosi. Per lui vista la situazione sarebbe stato facilissimo per motivi di finta gloria dare soldi di qua e di là e lasciare ai successori il conto da pagare. Invece quello che emerge con forza è la responsabilità dell’uomo di Stato che non lascia a chi viene dopo una situazione più ingestibile di quella che la congiuntura mondiale costringe a lasciare.

Si assume la responsabilità di fare quello che è giusto al massimo usando le leve di finanza pubblica consentite e, soprattutto, mettendo a frutto il miracolo economico realizzato in questo anno e mezzo con gli spazi fiscali liberati. Un miracolo che è fatto di metodo che significa decidere quando si deve decidere, dal Covid all’economia, rispettare le scadenze europee in tutti i campi, credibilità internazionale mai così alta per l’Italia che favorisce la crescita interna, favorisce il benessere e l’equità perché quel credito restituisce capacità attrattiva alla nostra economia. Che, a sua volta, vuol dire più investimenti, più reddito, più lavoro.

Un miracolo economico raccontato in assoluta solitudine da questo giornale mentre addirittura i centri studi delle imprese non solo lo negavano ma rilanciavano a tutto spiano previsioni fosche. Per non parlare del racconto catastrofista mediatico e politico che ha sempre scandito in una specie di contrappasso i mesi della conquista italiana del podio europeo della crescita (+6,6% nel 2021 e un altro più 3,4% già acquisito alla fine del primo semestre). Qualcosa che permette di erogare oggi altri 17 miliardi che non sono affatto bruscolini a sostegno del potere d’acquisto delle famiglie e delle imprese comprese quelle agricole messe a dura prova dalla siccità. Va avanti nella attuazione delle riforme di sistema come quella penale e della governance del Piano nazionale di ripresa e di resilienza (Pnrr) estendendo i poteri speciali alla gestione delle risorse idriche. Perché serve al Paese e perché gli impegni con l’Europa vanno onorati.

È totalmente fedele Draghi al mandato che ha ricevuto da Mattarella anche perché, questa è la differenza tra lui e gli altri, non ha bisogno di altre stellette. Non è come gli altri leader politici, piccoli e grandi, che se non vengono candidati sono tutti anime morte. Lui esiste perché è lui. Perché è Draghi.

Il senso profondo è: mi avete chiesto di rimettere in piedi il Paese, e io con voi partiti l’ho fatto, e soprattutto lo faccio responsabilmente fino all’ultima mia ora di governo. Questa è la mia eredità: il primato europeo della crescita e il massimo di agenda sociale possibile senza fare danni ancora più grossi. Ce ne è anche per chi fa il furbo e non dà il contributo stabilito con la tassazione degli extraprofitti, perché il governo andrà avanti e lo richiamerà ai suoi doveri che rispondono a un bisogno collettivo. Nulla verrà dimenticato. Messaggio sottinteso: se da domani in poi questo Paese che ha iniziato un cammino di riunificazione territoriale, ha riconquistato il rango dei Fondatori in Europa e il rispetto del mondo per la sua economia, voi partiti lo mandate a rotoli allora la responsabilità è vostra e sarà chiaro a tutti che è così.

Per questo Draghi va avanti fino alla fine. Anche nel venire incontro alle legittime esigenze di famiglie e lavoratori alle prese con la più ingiusta delle tasse, che è l’inflazione, lo fa incidendo favorevolmente sulla capacità di spesa degli stessi lavoratori in termini accettabili. Non fa la solita mancetta, ma una cosa che resta in termini di decontribuzione ed è l’alternativa giusta ai 200 euro una tantum. Lo fa sapendo anche di pagare il prezzo che fare una cosa che resta significa rinunciare a fare demagogia. Perché non puoi dare a vita ciò che invece puoi regalare una tantum. Solo che facendo la prima scelta ti occupi davvero del futuro della nostra economia, delle nostre imprese e soprattutto dei loro dipendenti, se fai invece la scelta elettorale di riempire ora il portafoglio dei lavoratori metti le basi per fare rotolare ancora più velocemente quella stessa economia che vuoi salvare o proteggere. Invece di pensare a qualche cosa per l’oggi o anche per qualche mese, vai avanti anche per il dopo nella strada maestra della riduzione dei prelievi fiscali e contributivi. Insomma: per farla breve, fai un intervento politico, non fai un intervento politicante. Questa è la politica con la P maiuscola di cui oggi l’Italia ha bisogno.

Dovrebbe prendere esempio Enrico Letta da questo metodo di lavoro di Draghi fatto di linguaggio di verità e di contenuti che restano. Dovrebbe dire la verità ai varii Fratoianni, Bonelli e tutto il caravanserraglio della sinistra interna: voi proponete chiacchiere, le soluzioni sono da un’altra parte. D’altro canto, se tutta questa bella gente non avesse proposto solo chiacchiere fino a oggi, avrebbero già un consenso strepitoso dietro di loro e invece non è così. Il dovere che avrebbe oggi Letta, che pure sta facendo scelte coraggiose e ha mantenuto fino a oggi una coerenza che lo rende credibile, è quello di dire a Fratoianni, Bonelli & C. “ma di che cosa state discutendo, l’agenda sociale è quella che sta facendo Draghi” perché voi non fate un’agenda di interventi, ma fate il solito caos di parole che aumenta le diseguaglianze. Il Pd deve trovare questo coraggio: noi abbiamo due scelte che possiamo fare. O seguiamo tutti gli altri che dicono “cambieremo il mondo” mentre il mondo ribolle e l’Italia non guidata rischia di marcire, oppure stiamo dalla testa ai piedi con quelli che invece dicono e fanno cominciando pian pianino a cambiare per quel che è possibile senza scassare.

Questo significano metodo e agenda Draghi. Perché il resto, tanto per capirci, è la solita presa in giro all’italiana di un grande aumento a tutti con finalità elettorali che scatena un’inflazione a doppia cifra. Che non vuol dire che non hai fatto niente, non hai risolto il problema, no vuol dire piuttosto che hai proprio sbagliato, che hai fatto danni irreparabili. Questo, a nostro avviso, deve essere il tema vero della campagna elettorale. Questo è l’approccio di impegno elettorale che la politica deve chiedere agli elettori e che gli elettori devono dare loro con un mandato ben preciso.

Purtroppo i partiti, si sono infilati fino al collo nell’imbuto stretto prodotto dall’errore di ridurre i seggi e dall’esigenza oggi di soddisfare gli appetiti di tutti quelli che vogliono essere eletti. Bisogna tornare alla Politica con la P maiuscola e all’idea di fondo di un’Italia che la smette di farsi del male da sola. Draghi ha testimoniato che è possibile la prima e la seconda cosa. Fare finta di niente non è più possibile per nessuno dei partiti ed è questo il motivo che ci fa ritenere non scontato l’esito delle elezioni. Perché qualcosa di profondo in Italia è accaduto e sarà difficile prescinderne in entrambi gli schieramenti. Noi almeno così la pensiamo.


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