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La Banca d'Italia

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L’Italia meglio della Germania. Sembra incredibile ma è la realtà.  Tutti i principali osservatori italiani e internazionali concordano su questo punto: nonostante la partenza stentata nel primo trimestre, l’economia italiana sarà in Europa fra quelle che crescerà di più nel corso del 2021. Le previsioni variano di qualche decimale fra un analista e l’altro, ma il risultato è unanime: il Pil italiano salirà più velocemente di quello tedesco: 4,25% secondo il Fondo Monetario contro il 3% di Berlino. Sarà anche questo effetto Draghi? Chi può dirlo.

 BANKITALIA

A confermare le indicazioni positive contribuisce un altro elemento, seppur non direttamente riconducibile all’attuale inquilino di Palazzo Chigi: Banca d’Italia ha annunciato ieri che, nonostante il calo degli utili, girerà allo Stato un assegno da 7,3 miliardi di cui 5,9 sotto forma di dividendi (gli altri 1,4 miliardi sono imposte). Viceversa la Bundesbank, per la prima volta dal 1979, si terrà tutto in casa: non distribuirà gli utili per aumentare gli accantonamenti. Dal canto suo la Banca di Francia elargirà 1,9 miliardi.

Un’ultima notazione che non ha grande importanza dal punto di vista economico ma è significativo sotto il profilo simbolico perché offre un quadro di grande solidità.  Aumenta, infatti, il valore del tesoro in lingotti d’oro che costituiscono le riserve di via Nazionale. Una specie di deposito di zio Paperone su cui diverse volte i governi hanno messo gli occhi. L’ultimo in ordine di tempo è stato nel 2018 il Conte I a maggioranza gialloverde che aveva cercato, in tutti i modi, di confiscarlo per coprire i buchi nei con ti pubblici che si  stavano aprendo con il reddito di cittadinanza e quota 100. L’assalto era stato condotto direttamente sul direttorio ed era stato respinto non senza difficoltà. 

Nel frattempo il tesoro in lingotti d’oro è cresciuto. Vale 15 miliardi in più dell’anno scorso,  raggiungendo il record di 122 miliardi, quasi il 50% in più di 10 anni fa. Non a caso il governatore Visco, nella relazione che accompagna il bilancio, dice che la dimensione raggiunta dalle attività della Banca d’Italia a fine 2020 «è senza precedenti: il totale di bilancio ha sfiorato i 1.300 miliardi, 336 in più rispetto all’anno scorso. Tale incremento si aggiunge a quello di 429 miliardi rilevato nei 5 anni precedenti. Dalla fine del 2014, il totale di bilancio è quindi cresciuto di quasi il 150%, a causa dello straordinario incremento delle operazioni di rifinanziamento a lungo termine delle banche e degli acquisti di titoli pubblici e obbligazioni private per finalità di politica monetaria».

IL SOSTEGNO

Il sostegno non dovrà venir meno proprio ora che si vede la luce in fondo al tunnel. «L’avvio delle campagne di vaccinazione in Italia e nel resto del mondo inducono a un cauto ottimismo – scrive Visco -. Resta comunque forte l’incertezza sull’evoluzione della crisi sanitaria e, di conseguenza, sulle prospettive dell’economia». In questo scenario le «misure di politica monetaria di eccezionale portata adottate per contrastarne gli effetti sull’economia e sull’inflazione saranno mantenute: continueremo ad agire con decisione finché sarà necessario». E gli interventi di politica monetaria, osserva Visco, si sono riflessi sul bilancio di Bankitalia. Cala infatti la redditività. Spiega Visco: «L’effetto sui ricavi del significativo aumento dei volumi di bilancio è stato più che compensato dalla riduzione dei tassi di interesse. Il risultato lordo resta comunque superiore ai 10 miliardi, ben al di sopra del livello di due anni fa. L’utile netto è di 6,3 miliardi, due in meno rispetto al 2019».

L’IMPEGNO DELLA BCE

Intanto Via Nazionale ha nominato Paolo Angelini vice direttore generale. La scelta è stata presa dal Consiglio superiore della Banca d’Italia. Angelini è l’attuale funzionario generale a capo del Dipartimento Vigilanza bancaria e finanziaria. La nomina deve essere approvata con decreto del presidente della Repubblica.

Sulle scelte di politica monetaria si è soffermata invece in un’intervista a Bloomberg anche Christine Lagarde. «Il mercato ci può mettere alla prova quanto vuole – ha detto – Per ora, gli acquisti effettuati sono sufficienti: in ogni caso verranno rivalutati ogni trimestre. In questo contesto la Bce è pronta a fornire la maggior certezza possibile».


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