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Ursula von der Leyen e Giorgia Meloni

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I leader dell’Unione Europea trovano l’accordo sul Price Cap, la decisione sull’ok definitivo sulla soglia prevista per lunedì

Potrebbe arrivare lunedì 19 dicembre l’accordo tra i Ventisette sul price cap. È questa la data cui i capi di Stato e di governo dei Paesi Ue, riuniti per l’ultimo Consiglio europeo dell’anno – il primo per la premier Giorgia Meloni – guardano con ottimismo, lanciando la “palla” ai ministri dell’energia che si ritroveranno a Bruxelles per tentare l’impresa. Persino il primo ministro olandese, Mark Rutte, – finora insieme alla Germania di Olaf Scholz tra i più ostili al tetto – arrivando al vertice si era detto “fiducioso” sulle possibilità di un’intesa.

L’OK SUL PRICE CAP IN ATTESA DELLA DECISIONE DEFINITIVA SULLA SOGLIA

I leader hanno dato il via libera alle conclusioni del vertice sul capitolo energia che comprendono anche la richiesta al Consiglio dell’energia di lunedì “di stabilire un meccanismo di correzione del mercato (ovvero un price cap) per proteggere i cittadini e l’economia da prezzi eccessivamente elevati”. Manca ancora l’intesa sulla soglia. La questione non è stata discussa durante il summit. Le trattative sono affidate agli sherpa che da qui alla riunione di lunedì dovranno cercare un compromesso lavorando su un range tra i 160 e 220 euro.

LA GENESI DELL’OK AL PRICE CAP CON LA DECISIONE DEFINITIVA SULLA SOGLIA

“Se Germania, Francia e Italia trovano un accordo allora il più è fatto”, sottolineavano alcune fonti.

Per l’Italia – che per prima, con Mario Draghi a Palazzo Chigi, ha posto la questione sul tavolo – arrivare alla definizione di un tetto al prezzo del gas è una questione prioritaria. Meloni lo ha ribadito nel suo intervento, sollecitando una soluzione riguardo al meccanismo di riduzione del prezzo del gas. E nel farlo non ha mancato di sottolineare come il tempo perso finora sia in realtà in contraddizione rispetto alla discussione sulla competitività dell’industria europea nei confronti degli altri concorrenti globali: il riferimento è ai rapporti con gli Usa, dal momento che i Ventisette si sono confrontati anche sulla strategia europea per rispondere all’Inflation Reduction Act (Ira), il maxi piano di investimenti da 369 miliardi di dollari nelle tecnologie versi messo in campo da Biden, e difendere e rafforzare le imprese europee.

Su questo fronte il Consiglio ha invitato la Commissione europea a presentare entro gennaio proposte per “mobilitare tutti gli strumenti pertinenti dell’Ue per far fronte al caro energia, agevolando gli investimenti, e di presentare entro il mese prossimo una nuova strategia per accrescere competitività e produttività dell’economia europea”. La risposta all’Inflaction Recuction Act potrebbe essere al centro di un Consiglio straordinario europeo che potrebbe svolgersi a febbraio in cui si dovrebbe affrontare anche il tema dell’immigrazione.

GIORGIA MELONI PUNTA SULL’URGENZA DI RISPONDERE ALLE ESIGENZE DELLE FAMIGLIE

La premier italiana ha anche insistito sull’urgenza di una risposta ai bisogni crescenti delle famiglie e delle imprese.

“Questo – aveva detto arrivando al vertice – è complessivamente un Consiglio europeo nel quale noi siamo chiamati a confermare il nostro sostegno sulla vicenda della guerra di aggressione contro l’Ucraina. Ma questo significa anche essere in grado di dare risposte efficaci al domino di conseguenze che il conflitto comporta. Io credo che il tema sia molto politico e poco tecnico, per cui credo che questo Consiglio europeo abbia le carte in regola per fare dei passi avanti”.

La posizione della Francia è chiara da tempo e coincide con quella italiana. Quanto alla Germania, alla vigilia del vertice Scholz era tornato ad avvertire del rischio di una riduzione delle consegne del gas all’Europa in caso di un limite ai prezzi, ma ieri si è detto certo di “una soluzione amichevole e comune”.

Dal presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, è arrivata la richiesta di “una risposta forte” da parte dell’Europa al “terrorismo energetico russo”, che passa anche attraverso l’introduzione di un tetto, il più basso possibile, ai prezzi del petrolio, dei prodotti petroliferi e del gas di Mosca. Dal canto suo il Cremlino ha annunciato l’arrivo di un decreto del presidente russo, Vladimir Putin, in risposta al price cap imposto dall’Ue al petrolio russo.

LE RICHIESTE DEI LEADER EUROPEI AL CONSIGLIO D’EUROPA

I leader europei hanno chiesto al Consiglio anche di portare avanti il lavoro su una serie di misure in campo energetico, soprattutto in vista delle prossime stagioni di riempimento degli stoccaggi e di riscaldamento: da una rapida operatività dell’aggregazione della domanda di gas e del meccanismo di acquisto congiunto, all’accelerazione delle discussioni con partner affidabili, per garantire la fornitura di gas in vista dell’inverno 2023-2024 e concludere contratti a lungo termine. Mentre è attesa per l’inizio dell’anno da parte della Commissione Ue “la proposta e la valutazione d’impatto sulla riforma strutturale del mercato dell’energia elettrica dell’Ue, compreso l’effetto dei prezzi del gas sui prezzi dell’elettricità”.

A margine del vertice la premier italiana ha avuto anche un colloquio con i premier di Repubblica Ceca e Polonia, Petr Fiala e Mateusz Morawiecki, con cui ha parlato degli ultimi sviluppi del conflitto in Ucraina e della questione energetica. E un bilaterale con il leader greco, Kyriakos Mitsotakis, con cui ha discusso della stabilità e delle opportunità di crescita nel Mediterraneo, concordando sul “comune interesse a rafforzare ulteriormente le relazioni tra Roma e Atene anche bilateralmente”.

Un risultato concreto del vertice è il riconoscimento alla Bosnia Erzegovina dello status di candidato alla Ue. “Un segnale forte alla popolazione, ma anche una chiara aspettativa che le nuove autorità realizzino le riforme. Il futuro dei Balcani occidentali è nell’Ue”, è stato il commento del presidente del Consiglio europeo, Charles Michel.


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