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Christine Lagarde e Ursula Von der Leyen

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L’Europa sull’Italia per la ratifica del Mes mentre Christine Lagarde ribadisce che il sistema bancario europeo «è solido»

Mentre i titoli bancari, Deutsche Bank in testa, vivevano il loro venerdì nero trascinando i mercati a fondo, Christine Lagarde rassicurava i leader dei Ventisette riuniti a Bruxelles per l’Eurosummit sulla solidità del settore bancario del Vecchio Continente: «È resiliente perché ha solide posizioni di capitale e liquidità».

Insieme al presidente dell’Eurogruppo, Paschal Donohoe, la presidente della Bce ha risposto alle domande dei capi di Stato e di governo in allarme dopo il crollo delle americane Silicon Valley Bank (Svb) e Signature Bank e la crisi di Credit Suisse. Nessuna conferenza stampa finale, né la Lagarde, né la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, hanno parlato dopo il vertice, un fatto inedito, che molti hanno spiegato come una scelta di cautela per non esprimersi a borse ancora aperte e già agitatissime.

MES, IN EUROPA SI GUARDA ALL’ITALIA, MENTRE LAGARDE RASSICURA SULLE BANCHE

Dopo la crisi finanziaria globale, ha spiegato Lagarde, la zona euro «ha applicato le riforme normative concordate a livello internazionale. Gli eventi recenti – ha sottolineato la presidente della Bce – ci ricordano quanto sia stato importante migliorare continuamente questi standard normativi. Ora dobbiamo progredire nel completamento dell’Unione bancaria e sono anche necessari ulteriori sforzi per creare mercati dei capitali veramente europei».

Una necessità, quella di completare l’Unione bancaria, avvertita anche dai leader Ue che hanno messo nero su bianco nella dichiarazione conclusiva adottata al termine dell’Eurosummit la richiesta di “intensificare gli sforzi collettivi” per centrare l’obiettivo.

La presidente della Bce, secondo quanto riferito, ha poi sottolineato che «non vi è alcun compromesso tra stabilità dei prezzi e stabilità finanziaria. La nostra ‘cassetta degli attrezzi’ ci consente di affrontare i rischi che pesano su entrambi». Per quanto riguarda la stabilità finanziaria, ha aggiunto, «la Bce ha gli strumenti necessari per fornire liquidità al sistema finanziario nella zona euro, se necessario».

«Crediamo nella nostra resilienza, nella nostra forza. Che le decisioni che sono state prese con riguardo alla quantità di capitale e di liquidità in capo alle banche assicurerà che queste continuino ad essere resilienti nel prossimo futuro», ha affermato il presidente dell’Eurogruppo Paschal Donohoe.

IL SOSTEGNO A LAGARDE DAI LEADER EUROPEI

Le parole di Lagarde sono riecheggiate in tutte le dichiarazioni dei leader: banche solide, autorità pronte a intervenire se necessario, stretto monitoraggio della situazione. Ognuno ha rilanciato al proprio Paese lo stesso messaggio. Lo ha fatto innanzitutto il cancelliere Olaf Scholz, visto il crollo borsistico di Deutsche Bank, sottolineando che i vantaggi di «avere regole e regolamenti severi ormai da diversi anni si stanno vedendo. Il sistema bancario è stabile in Europa». Quanto alla banca tedesca nel mirino della speculazione ha derubricato l’allarme: l’istituto «ha radicalmente modernizzato e riorganizzato il proprio modello di business ed è una banca molto redditizia. Non c’è motivo di preoccuparsi di nulla».

Da parte sua, il presidente francese, Emmanuel Macron, ha affermato che «i fondamentali delle banche europee sono solidi. L’area dell’euro è la regione in cui le banche sono più forti». Stesso messaggio dal premier olandese, Mark Rutte: «Le basi essenziali della rete bancaria e della supervisione nell’Unione ci danno la certezza assoluta che le banche europee sono molto sicure».

L’EUROPA SPINGE SULL’ITALIA PER LA RATIFICA DEL MES

Intanto con le fibrillazioni in atto sui mercati e le tensioni sulle banche è diventato più pressante l’invito a ratificare il Mes rivolto all’Italia, unico tra i Paesi Ue a non averlo ancora fatto. «È importante che andiamo avanti con la piena ratifica del Meccanismo europeo di stabilità. Per assicurare che il Fondo di risoluzione unico abbia il supporto che è stato già concordato debba avere», ha affermato Donohoe arrivando al vertice, senza fare un riferimento esplicito al nostro Paese. Più tardi, incalzato dai giornalisti, ha sottolineato che la ratifica del nuovo trattato «è una questione che riguarda il Parlamento italiano, la presidente Meloni e il suo governo». Ma deve essere chiaro, ha puntualizzato, «il valore della ratifica del trattato nel suo complesso da parte di tutti i membri, perché giocherà un ruolo prezioso nel modo in cui potremo rafforzare la nostra collaborazione per tutti».

MELONI, IN EUROPA L’UNIONE BANCARIA SOLLECITATA DA LAGARDE MEGLIO DEL MES

Anche il presidente francese Emmanuel Macron, rispondendo a una domanda in conferenza stampa, ha auspicato un completamento dell’iter «nel minor tempo possibile». Anche se, ha sostenuto, «la parte importante per situazioni come quelle che stiamo vivendo è stata già fatta, ed è quella che permette una supervisione comune e degli interventi sugli attori». Messaggi chiari che non hanno però scalfito lo scetticismo della premier italiana. «Credo che la materia non vada discussa a monte, ma a valle e nel contesto nel quale opera» ha spiegato, facendo riferimento alla governance e «ad altri strumenti anche più efficaci nell’attuale contesto» come «l’Unione bancaria».


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