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Paolo Gentiloni e Raffaele Fitto

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Ok alla terza rata per l’Italia ma Bruxelles comincia a guardare oltre il Pnrr e il 2026, Gentiloni: «Serve un altro strumento Ue per sostenere gli investimenti pubblici»

Alla fine, dopo un’attesa lunga sette mesi, è arrivato il sospirato ok di Bruxelles alla terza rata del Recovery Plan. Ed è arrivato anche il disco verde alla richiesta di modifica di 10 obiettivi sugli originari 27 cui è vincolata la quarta rata. Insieme valgono 35 miliardi: 18,5 (non più 19) la terza legata agli obiettivi con scadenza 31 dicembre 2022, che perde i 519 milioni riservati all’obiettivo intermedio di realizzare 7.500 alloggi negli studentati, che confluisce in quello “finale” che prevede la creazione di 60 mila posti letto universitari in più entro la fine del 2026 (gli obiettivi si riducono da 55 a 54).

Risorse “recuperate” nella quarta tranche che passa da 16 a 16,5 miliardi per via dell’inserimento di una milestone relativa agli atti e alle procedure necessarie al raggiungimento dei 60mila alloggi (e gli obiettivi diventano quindi 28). Un doppio via libera giunto all’indomani dell’accordo in Cabina di regia sulla proposta di revisione del Pnrr – con la modifica di 144 obiettivi – comprensiva del capitolo RepowerEU cui si assegna una dote di 19 miliardi. La proposta messa a punto dal governo sarà oggetto di un confronto interno – con il Parlamento (le comunicazioni del governo alle Camere, per voce del ministro degli Affari Europei, Raffaele Fitto, è in programma per martedì), gli enti locali, le parti sociali e le associazioni di categoria – prima dell’invio formale alla Commissione Ue.

PNRR, LA SODDISFAZIONE DI GIORGIA MELONI PER L’OK ALLA TERZA RATA

È «un grande risultato che consentirà all’Italia di ricevere i 35 miliardi di euro previsti per il 2023 e che è frutto dell’intenso lavoro portato avanti in questi mesi e dalla forte sinergia del governo con la Commissione europea», ha commentato da Washington la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. La premier ha rivolto un ringraziamento particolare alla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, che non ha mancato di sottolineare i «molti progressi nell’attuazione di riforme e investimenti cruciali inclusi nel suo Piano nazionale di ripresa e resilienza» fatti dall’Italia, citando le riforme in tema di concorrenza, giustizia, sanità e fisco, e gli investimenti nei servizi digitali pubblici e nella maggiore sostenibilità dei trasporti pubblici, tutti nel pacchetto del secondo semestre 2022. «Continueremo a sostenere l’Italia in ogni fase del processo, per garantire che il piano sia un successo italiano ed europeo. Avanti tutta, con Italia Domani», ha aggiunto.

Da Bruxelles sono arrivate anche le congratulazioni del vicepresidente esecutivo della Commissione europea, Valdis Dombrovskis. «La nostra valutazione positiva delle modifiche mirate agli impegni per la quarta rata aprirà la strada all’Italia per presentare tale richiesta dopo la pausa estiva», ha detto il commissario all’Economia, Paolo Gentiloni, registrando «i due importanti passi avanti» compiuti dall’Italia sul Pnrr.

FITTO SULL’OK ALLA TERZA RATA: «RISULTATO DI UN LUNGO CONFRONTO»

Soddisfatto il ministro degli Affari Europei, Raffaele Fitto, regista delle operazioni messe a punto per arrivare all’incasso di tutti i 35 miliardi legati alle due tranche: «Le decisioni prese oggi sono il risultato di un lungo confronto costruttivo tra il governo italiano e la Commissione europea, e il frutto di un eccezionale lavoro svolto dai nostri uffici e da tutte le amministrazioni coinvolte. Continueremo la stretta cooperazione con la Commissione europea sulle modifiche della restante parte del Piano, incluso il nuovo capitolo RepowerEU».

Corale l’entusiasmo degli esponenti della maggioranza per il doppio ok della Ue con cui hanno “fronteggiato” le critiche arrivate dalle opposizioni sulla proposta di revisione del Piano illustrata da Fitto. Nel mirino soprattutto i 16 miliardi legati a progetti che presentano criticità su vari fronti – dall’ammissibilità rispetto ai criteri stabiliti nel regolamento Ue allo sforamento dell’orizzonte del 2026 – che il governo ha proposto di dirottare sul RepowerEU, spostando i relativi investimenti su altri programmi finanziari, come il Piano nazionale complementare, il Fondo sviluppo e coesione e la Politica di coesione.

LE CONTESTAZIONI DELLA MINORANZA

Dal Pd il senatore e responsabile Economia della segreteria nazionale, Antonio Misiani, ha lamentato il taglio dei progetti per la gestione del rischio di alluvione e la riduzione del dissesto idrogeologico e sulle risorse ai Comuni su cui critiche sono arrivate anche il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi: «Si tratta di 13,5 miliardi di euro sottratti alle necessità dei cittadini e alle infrastrutture sui territori di recupero urbano, di efficientamento energetico per destinarle ad altro», ha detto il primo cittadino.

Per il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, è stata messa in atto «una rapina delle risorse destinate al Sud». Per i Cinque stelle sono a rischio il diritto allo studio e gli investimenti per le università.
Parole di apprezzamento invece, tra gli altri, da parte Coldiretti: «L’aumento di fondi del Pnrr a 2,5 miliardi per gli accordi di filiera, la logistica e le misure agricole è importante per salvare la spesa delle famiglie con l’inflazione alimentare all’11%, ma anche per sostenere il settore agroalimentare nella sfida ai cambiamenti climatici», ha detto il presidente Ettore Prandini. Per Consagri e Cna dal governo «sono arrivate risposte alle sollecitazioni» delle imprese.

COME SARANNO IMPEGNATI I FONDI DELLA TERZA RATA DEL PNRR

Ma come si prevede di impiegare 16 miliardi che portano a 19 i miliardi che l’esecutivo intende impegnare sugli investimenti e le riforme per efficientemento e l’indipendenza energetica del Paese, e per rafforzarne il ruolo di hub energetico del Mediterraneo? Circa 2,3 miliardi sono destinati al rafforzamento delle reti elettriche e del gas. Vi rientrano infrastrutture di sistema e innovative, come il Tyrrhenian Link, per portare elettricità dalle aree dove se ne produce di più a quelle dove i consumi sono più alti. Investimenti importanti sulle reti del gas, in particolare nel Centro Italia, sono necessari al fine di superare le strozzature che attualmente limitano i flussi da Sud, dal Nord Africa e dal Mar Caspio, destinati al Nord Italia e all’ Europa.

Sull’idrogeno verde e i biocarburanti si investono 14,8 miliardi. Al sistema imprenditoriale, e in particolare alle Pmi, si riservano 6,3 miliardi: attraverso il credito di imposta vengono finanziati interventi innovativi per spingere sull’efficienza energetica e l’autoproduzione di energia elettrica da rinnovabili; 3,6 miliardi sono per l’efficientamento energetico di immobili pubblici (pubblica amministrazione, scuole, ospedali, etc.) ed edifici di culto, 400 milioni per il potenziamento dell’elettrificazione delle banchine portuali per la riduzione delle emissioni delle navi nella fase di stazionamento in porto (cold ironing).

Ci sono poi 4 miliardi per le detrazioni fiscali legate all’Ecobonus di cui potranno beneficiare solo le fasce a basso reddito. È prevista una specifica misura dedicata alle filiere strategiche per le tecnologie a zero emissioni, con risorse di 2 miliardi per sostenere investimenti per la produzione nelle catene del valore delle tecnologie e materie prime critiche. La proposta definitiva di restyling dovrà essere formalizza e presentata a Bruxelles entro la fine di agosto.

LA COMMISSIONE UE GUARDA AL FUTURO: «SERVE UN NUOVO STRUMENTO DOPO IL PNRR»

Intanto la Commissione comincia a guardare oltre il 2026. Il Recovery Fund è «uno strumento temporaneo, scadrà nel 2026. Quindi dobbiamo iniziare già nella nostra riflessione su come sostenere un livello più elevato di investimenti pubblici oltre il 2026», ha affermato il commissario Gentiloni intervenendo al Summit di Salisburgo. Finora, ha continuato, «ha già messo a disposizione 155 miliardi di euro per sostenere gli investimenti e le riforme e noi ci aspettiamo che i pagamenti accelerino nella seconda parte di quest’anno e nel 2024».


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