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L’identikit dell’imprenditoria agricola da Nord al Sud tracciato da Coldiretti con il Mezzogiorno che brilla per ruolo svolto delle donne

La scossa all’agricoltura italiana arriva dalle donne. L’innovazione e la creatività hanno infatti il volto delle manager verdi. Dal Sud al Nord un lungo filo rosa unisce i territori nel segno dell’imprenditoria agricola femminile che ha investito nella produzione, ma anche nelle nuove opportunità della multifunzionalità, la carta vincente del settore. Si tratta delle numerosissime attività connesse a quella primaria che consentono di allargare il perimetro produttivo delle aziende con un impatto importante anche sui redditi. Un obiettivo che oggi in tempi di guerra e di inflazione è diventato sempre più rilevante per evitare di perdere ulteriori posizioni nella produzione nazionale lasciando le porte completamente aperte alle importazioni. E sono state le imprese in rosa ad aver colto in pieno le nuove chance. Lo ha certificato l’Istat nel suo ultimo censimento sottolineando la prevalenza delle donne nelle imprese multifunzionali, dall’agriturismo alle fattorie didattiche e sociali.

E su questo nuovo fronte sono ben schierate le “contadine“ del Mezzogiorno. Come la siciliana Monica Solarino, che spedisce in tutto il mondo le sue arance biologiche con le quali regala anche uno spicchio della sua Isola. O Martina Maiorano, architetto paesaggista che insieme alla madre, nel Salento, realizza splendide composizioni floreali e dai fiori tre spunto per disegnare abiti che hanno sfilato anche a Parigi. Per passare a Marina D’Ambra che nell’isola di Procida utilizza lo scarto delle sue uve per creare agro cosmetici di altissima qualità. Perché tutto si tiene, anche la terra con la moda e la bellezza. E ancora Margareth Madè, l’indimenticabile interprete di Baaria, il film di Giuseppe Tornatore, che alterna il palcoscenico con l’agricoltura poiché conduce una azienda olivicola a Noto.

L’identikit della nuova imprenditoria agricola dal nord al sud

Tutte protagoniste della giornata promossa dalla Coldiretti per accendere i riflettori su un pianeta dalle mille sfaccettature. A tracciare l’identikit della nuova imprenditoria agricola femminile che investe sull’innovazione, creatività e soprattutto sul territorio, uno studio realizzato da Coldiretti e presentato in occasione dell’assemblea delle Donne Impresa dell’organizzazione agricola che, alla presenza dei ministri dell’Industria e del Made in Italy, Adolfo Urso, e delle Riforme e istituzionali, Elisabetta Alberti Casellati, hanno eletto la nuova presidente Mariafrancesca Serra. In Italia sono 1,3 milioni le imprese guidate da donne che stanno rivoluzionando l’economia.

La maggioranza delle imprese femminili opera nel commercio con 340mila unità (il 25%), l’agricoltura si piazza al secondo l’agricoltura con 203mila imprenditrici (15%), a seguire i servizi di alloggio e ristorazione (134mila, pari al 10%). L’agricoltura dunque è tra i settori con un forte appeal. E nel futuro la tendenza è destinata a consolidarsi. Anche se di strada bisogna compierne ancora. Secondo l’ultimo censimento dell’Istat le aziende agricole al femminile sono il 31,5% in costante crescita negli ultimi dieci anni. Con una prevalenza di imprese multifunzionali, il motore dell’agricoltura.

Il 60% delle aziende ha scelto di puntare sul green

Oltre il 50% delle donne in campagna svolge più di una attività connessa alla produzione primaria, soprattutto vendita diretta, agriturismo e trasformazione di prodotti agricoli. Il 60% nelle proprie aziende ha scelto di dedicare parte della produzione al green dal biologico al biodinamico e di operare per una filiera di qualità attenta alla sostenibilità, alla tutela della biodiversità e delle risorse naturali, del paesaggio e del benessere animale. Un’altra caratteristica delle imprese in rosa è non solo di mantenere salde le radici con la propria terra, ma addirittura di tornare in campagna anche dopo soddisfacenti esperienze lavorative. Insomma un ritorno di cervelli, come è avvenuto per la neo presidente Serra che con una prestigiosa laurea (ingegnere edile-architetto) e un master a Vienna è tornata in Sardegna per guidare un allevamento biologico a Usellus, nel cuore dell’Alta Marmilla (Oristano). E non è un caso, una su quattro ha infatti la laurea.

Le donne contadine sono presenti in tutto il territorio italiano e la regione con il maggior numero di imprese femminili in assoluto è la Sicilia con più di 25mila realtà produttive, ma sul podio salgono anche Puglia e Campania, che vantano rispettivamente più di 23mila e più di 21mila aziende rosa.

La loro presenza in campagna sta rivoluzionando il lavoro nei campi dove sono capaci di spaziare dall’allevamento alla coltivazione, dal florovivaismo all’agriturismo, dalla trasformazione dei prodotti alla vendita diretta. Ma soprattutto le attività sociali, dalla fattoria didattica agli agriasilo, ma anche importanti iniziative per l’inserimento nel mondo del lavoro delle donne meno fortunate, spesso vittime di violenze e soprusi.

Imprenditoria agricola, da nord a sud cresce la presenza delle donne

“La presenza delle donne alla guida delle imprese è più alta in agricoltura rispetto agli altri settori – ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini – con una spinta all’innovazione che non ha eguali con nuove attività che nelle aree rurali colmano spesso la carenza di servizi alla comunità”. Le imprenditrici sono anche tra le protagoniste del progetto di educazione alimentare nelle scuole.

“In un settore spesso considerato prerogativa maschile – ha sostenuto la neo presidente Serra – è fondamentale sottolineare come le imprese agricole a conduzione femminile sono le più innovative e resilienti, capaci di scommettere su difficili sfide imprenditoriali per poi, non solo vincerle, ma dimostrare e soprattutto di possedere grandi capacità gestionali, poi naturalmente occorre una buona formazione per puntare sempre più in alto”. Il segretario generale Vincenzo Gesmund, ha parlato di una nuova stagione che segna l’affermazione del genere femminile e di un presidio sempre più rilevante e anche all’interno della struttura è partita la rivoluzione rosa con un numero crescente di donne nel ruolo di presidenti regionali e provinciali.

L’invito a crescere ancora di più del ministro Urso

Un invito a produrre di più è stato lanciato dal ministro Urso che ha ricordato come la sicurezza alimentare vada garantita al pari di quella farmaceutica e della difesa. E ha fatto sapere che dalla rimodulazione del Pnrr sono state destinate nuove risorse per la transizione 5.0 e per le tecnologie green che interessano il settore agricolo. Annunciato anche il rifinanziamento della legge Sabatini che si aggiunge ai 320 milioni della “Sabatini green”.

Il protagonismo delle donne è stato evidenziato dalla ministra Casellati che riferendosi in particolare al settore del vino ha affermato che l’80% degli addetti al marketing e il 76% di coloro che svolgono attività enoturistica sono rappresentati da donne. “Studi autorevoli- ha dichiarato Casellati – hanno ampiamente dimostrato che proprio le aziende più attente alla differenza di genere e con una maggiore presenza di donne nei ruoli apicali hanno conseguito un forte incremento dei fatturati. E insieme a quella degli utili si è registrata anche una tangibile crescita della creatività e dell’innovazione, applicate tanto ai processi produttivi quanto alle altre dinamiche aziendali”. E per sostenere la produzione agroalimentare si è impegnata a semplificare le norme del settore.


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