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Xi-Jinping

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Pechino non riesce a rinforzare il proprio ruolo diplomatico ed ora la Cina pensa più ad accrescere i consensi che non ad una pace in Ucraina

A un anno dall’inizio della guerra in Ucraina la Cina ha preso la sua prima iniziativa diplomatica presentando un documento in dodici punti dove cerca di bilanciare affermazioni favorevoli alla Russia con altre contrarie all’aggressione e alle annessioni territoriali, chiede la sospensione dei combattimenti e l’avvio di negoziati di pace.

Allo stesso tempo chiede l’abolizione delle sanzioni economiche e la fine di comportamenti che ricordano la Guerra Fredda. Critica cioè implicitamente l’allargamento della NATO e la posizione di dura condanna della Russia e di deciso appoggio all’Ucraina assunta dall’Occidente.

CINA IN CERCA DI CONSENSI E LA PROPOSTA DI PACE PER L’UCRAINA

Nel complesso un documento largamente inaccettabile, che dietro l’apparenza di distinguere la posizione cinese da quella russa, nella sostanza non offre ipotesi accettabili di compromesso al di là del congelamento del fronte, lasciando a Mosca il controllo di una parte importante del territorio ucraino occupato militarmente.

Ma probabilmente in questa prima fase il documento non era tanto diretto a risolvere il conflitto quanto a rafforzare la posizione cinese tra il vasto numero di paesi che, pur condannando l’aggressione russa, hanno sinora rifiutato di applicare le sanzioni economiche contro Mosca. In effetti quindi questa iniziativa cinese più che come una mossa conciliatoria sembra dover essere vista come un tentativo di accrescere il consenso attorno a Pechino, in contrasto con Europa e Stati Uniti. E i primi effetti di questa nuova posizione si sono visti questo sabato in India alla riunione dei ministri finanziari del G-20.

Questa riunione, convocata nei giorni del primo anniversario della guerra in Ucraina, ben difficilmente avrebbe potuto evitare di affrontare la questione. Anche perché era stata preceduta da una riunione del G-7 che aveva annunciato nuove sanzioni economiche contro la Russia. Benché il primo ministro indiano, nell’aprire la riunione, avesse accuratamente cercato di evitare l’argomento, il tema era sta poi sollevato con grande durezza dal ministro del Tesoro americano.

LE DIFFICOLTÀ DEL G-20 FINANZIARIO SVOLTO IN INDIA

Al termine la diplomazia indiana aveva cercato di concludere con un comunicato finale che riprendeva i due paragrafi approvati al termine del G-20 svoltosi in Indonesia lo scorso novembre, in cui, oltre a riconoscere che il conflitto in Ucraina aveva grosse ripercussioni di carattere economico sul resto del mondo, si condannava l’aggressione e si prendeva atto che alcuni paesi membri (di fatto Cina e Russia) rifiutavano di aderire a questa parte del comunicato.

Questa volta però la Cina ha indurito la sua posizione rifiutandosi, assieme a Mosca, di sottoscrivere l’intero comunicato, se esso avesse ribadito quanto concordato tre mesi or sono.

Questa posizione quindi è stata ripresa solo nel documento conclusivo. In cui la presidenza indiana ha sintetizzato i punti di consenso e quelli di dissenso emersi dalla riunione, compresi quelli relativi alla guerra in Ucraina.

LA CINA FA LA SUA PROPOSTA DI PACE IN UCRAINA CHE NON RAFFORZA LA SUA POSIZIONE DIPLOMATICA

Nel complesso non si può dire che in questo modo la Cina abbia rafforzato la sua posizione diplomatica nel mondo (né tanto meno quella della Russia). Poiché non sembra essere riuscita a spostare altri paesi dalla sua parte. Le posizioni di paesi come il Sud Africa o la stessa India sono rimaste quelle iniziali (condanna della Russia e non applicazione delle sanzioni), ma non hanno aderito al suggerimento cinese di escludere l’argomento Ucraina dal comunicato finale. Vedremo come la situazione evolverà nei prossimi mesi, ma l’impressione iniziale è che il tentativo di Pechino di reclutare nuovi paesi su una posizione di esplicita condanna delle decisioni del G-7 non sia partito bene.

Molto dipenderà probabilmente anche dall’andamento della guerra. Attualmente stiamo assistendo ad una modesta (anche se molto sanguinosa) controffensiva russa attorno alla città di Bakhmut, guidata soprattutto dalle milizie mercenarie filo-russe della organizzazione Wagner, cui peraltro l’Ucraina oppone solo forze locali o di seconda schiera, lasciando in riserva le truppe più addestrate e meglio armate. Questo strano comportamento, da una parte come dall’altra sembra confermare l’opinione di gran parte degli analisti sulla importanza secondaria di questo fronte per il futuro della guerra.

GUERRA IN UCRAINA, MALGRADO LA CINA LA PACE È LONTANA: LA RUSSIA PRONTA AD UNA NUOVA GRANDE OFFENSIVA

Ci si attende invece che nei prossimi mesi la Russia cerchi di condurre una seria nuova grande offensiva, schierando le nuove forze che ha nel frattempo mobilitato ed addestrato e gli armamenti che sta ammassando a questo scopo. Così come c’è grande attesa di vedere quali saranno le prossime mosse dell’Ucraina: se cioè schiererà il grosso delle sue forze su posizioni difensive, per bloccare il nuovo attacco russo, o se anch’essa si sta preparando a lanciare una sua nuova offensiva che, dopo quella vittoriosa dello scorso autunno, che ha tolto ai russi circa un terzo delle terre che avevano inizialmente occupato, li respinga ancora più indietro.

In ambedue i casi, dunque, non sembra ancora che sia venuto il momento di parlare seriamente di sospensione dei combattimenti e di congelamento della linea del fronte, il che rende ancora meno credibile ed utile il documento cinese che invocava esattamente questa ipotesi.


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