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Il ministro della Giustizia Carlo Nordio

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L’ABUSO di ufficio? «È un reato evanescente». Il pacchetto di riforme è stato un omaggio a Silvio Berlusconi? «Ipotesi stravagante». Le critiche dell’Anm? «L’unico interlocutore istituzionale del governo è il Csm». All’indomani del provvedimento della discordia nel segno del garantismo, Carlo Nordio torna a parlare e lo fa senza giri di parole, scagliandosi contro chi lo critica e lasciando trapelare che l’esecutivo non ha alcuna intenzione di fermarsi. Ne ha per tutti l’inquilino di via Arenula. «Noi – dice – siamo infarciti di errori giudiziari di persone che sono state in prigione per mesi o per anni poi sono stati assolti e nessuno ha detto niente e la magistratura continua a essere autoreferenziale dicendo che questa è la loro indipendenza e la loro autonomia».

Certo è che il provvedimento appena ratificato dal consiglio dei ministri non è stato accolto positivamente dall’Associazione nazionale dei magistrati. Ed è su questa presa di posizione da parte del sindacato dei magistrati che Nordio scuote la testa: «Se un magistrato singolarmente ritiene dal suo punto di vista che una legge sia sbagliata, nessuno ha il diritto di togliergli la parola o di dire che interferisce». Discorso diverso se «il rappresentante di un sindacato di magistrati, prima che fosse noto il testo del disegno di legge, pronuncia tutta una serie di critiche severissime». Ecco in questo caso per Nordio si tratta di «interferenze». Anche perché «l’interlocutore istituzionale del governo e della politica non è il sindacato, ma il Csm».

Eppure ci sono anche state le critiche da parte dell’avvocato Franco Coppi che non può certo essere accusato di giustizialismo. Coppi ha bocciato l’abolizione dell’abuso di ufficio, ritenendo che da ora in avanti i pm indagheranno per corruzione: «Mi rifiuto di pensare che un pm, se non riesce a contestare un reato, ne cerchi un altro. Se così accadesse, significherebbe che quel pm non sta guardando al reato ma al reo, cioè alla persona che vuole colpire e che magari è un politico». E poi ancora ci sono le preoccupazioni di Bruxelles, da non sottovalutare perché potrebbero rendere più complicato l’iter del Pnrr.

Nordio, va da sé, si oppone anche a questa lettura: «Se l’Europa ci chiedesse una sorta di rimodulazione del nostro sistema integrato repressivo, noi siamo disposti ad accoglierla, ma non nella forma in cui esisteva l’abuso d’ufficio, che era così evanescente atipico da non avere uguali, tra l’altro, in nessun altro ordinamento europeo». Infine, le intercettazioni: «Interverremo più radicalmente. Che questa sia una barbarie che costa 200 milioni di euro l’anno per raggiungere risultati minimi è sotto gli occhi di tutti».

Parole che innescano la reazione dell’Anm con il presidente Giuseppe Santalucia: «I magistrati, e l’Anm che ne ha da oltre un secolo la rappresentanza, hanno non solo il diritto ma anche il dovere di prendere parola, per arricchire il dibattito sui temi della giustizia». Sia come sia, nella settimana della scomparsa di Silvio Berlusconi, Forza Italia prova a ripartire siglando un patto fra le varie anime in nome del Cavaliere e con Tajani come traghettare.

Dall’altra parte del campo il centrosinistra si ricompatta nella manifestazione di piazza sui temi del lavoro, organizzata dai Cinquestelle, con Grillo presente, protagonista di una frase choc: «Fate le brigate di cittadinanza, mettete il passamontagna e reagite». A sorpresa arriva infatti Elly Schlein che, dopo aver abbracciato Giuseppe Conte, dichiara ai cronisti che è arrivato il momento di creare un fronte compatto contro l’esecutivo: «Vogliamo unire le nostre battaglie dentro e fuori il Parlamento». Le fa eco, Conte: «Per il dialogo siamo sempre disponibili dobbiamo lavorare su battaglie comuni, su temi. Apprezzo il fatto che sia venuta Schlein, che sia venuto Fratoianni, tantissime forze sociali e politiche, qui c’è tanto associazionismo e li sentiremo anche dal palco». Sarà la volta buona per il cosiddetto campo largo?


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