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Il leader della Lega Matteo Salvini

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Ogni giorno ha la sua ira. Quella di Salvini ha ripreso a salire. Ieri se l’è presa per la cancellazione della riapertura dei centri commerciali “con un vero e proprio blitz” ma, soprattutto con un “ennesimo schiaffo al buonsenso. Buonsenso che è mancato, tuttavia, nel definire l’ennesimo dramma del mare (100 morti galleggiare al largo della Libia), quando ha detto che i buonisti hanno spinto in mare i migranti. Il Pd è insorto con una nota su Twitter di Franco Mirabelli, vice presidente dei senatori.

“I migranti sono spinti in mare dalla disperazione e dalla fame non certo da quelli che chiami buonisti. Sono vergognose le tue lacrime di coccodrillo e il tentativo di usare strumentalmente ogni tragedia per fare propaganda e offendere il buonsenso”.

Parole che seguono allo strappo, consumato l’altra sera, dell’orario di chiusura, dalle 22 alle 23, del coprifuoco. È stato un incidente provocato per lanciare un segnale alla maggioranza? Gli interrogativi sono molti e quasi tutti irrisolti. Il leader leghista vuole fare la voce grossa per inseguire Giorgia Meloni che sta continuamente salendo nei sondaggi? Oppure la Lega sta attuando un piano per mollare il governo? Cosa che ha già dimostrato di saper fare nel governo “Conte1”?

Se è in corso una ribellione sotterranea si potrà verificare subito. Mercoledì sono in programma le tre mozioni di sfiducia, presentate da Fratelli d’Italia, contro il ministro della Salute, Roberto Speranza. E si potrà misurare se la Lega ha fatto una mossa finta oppure se è stato un segnale per l’avvio di una campagna bellica. Per la verità circolano indiscrezioni non molto rassicuranti, anche se Massimiliano Romeo, non più tardi di due giorni fa, aveva affermato di non “mettere in difficoltà il governo”. C’è chi dice, pertanto, che la Lega sarebbe pronta ad astenersi, ma è una mossa assai temuta perché priverebbe il governo di un sostegno forte e coeso. Il Carroccio infatti non digerisce la posizione di Speranza, il quale è stato invitato, più volte, a modificare la propria linea senza ottenere un risultato.

La temperatura si è fatta calda a Palazzo Chigi e dintorni. Ci mancava un blitz per aprire i centri commerciali dal 15 maggio nel decreto riaperture. “E’ l’ennesimo schiaffo al lavoro, alla libertà, agli accordi. Il decreto – continua Salvini – era immodificabile per pranzare al chiuso e per togliere il coprifuoco alle 22, ma è stato ritoccato per ammassare più studenti sui mezzi pubblici e per punire il commercio”. E conclude con un “così non va” che non sembra proprio un saluto alla pace, ma suona come un rumore di guerra.

La segnalazione era arrivata da Alberto Frausin, presidente di Federdistribuzione. “Prendiamo atto c’era scritto che la riapertura dei centri commerciali durante il fine settimana è stata cancellata senza alcuna spiegazione, dal decreto Riaperture, pubblicato in Gazzetta ufficiale la scorsa notte”. E giudicava inaccettabile la situazione. “Occorre superarla, si possono mettere in campo tutte le misure necessarie, senza rassegnarsi a tenere chiuso”.


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