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Matteo Salvini al 51° convegno dei Giovani imprenditori

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SE dovessero dare un premio all’innovazione, Matteo Salvini risulterebbe in prima fila. Innovatore lo è sempre stato, ma la proposta fatta ieri ha il pregio di superare tutte le altre. Ha partecipato al 51° convegno dei Giovani imprenditori ed ha preso la palla al balzo per indicare nel quartiere Baggio, cuore di Milano, la costruzione “della prima nuova centrale nucleare di Milano”. Ha esortato i giovani a seguire la retta strada scientifica. “Fatela a Milano”.

Parole che fanno salire la pressione arteriosa se i ricordi del recente passato non fossero freschi e ponessero, ieri come oggi, tanti interrogativi. È vero che in 40 anni i progressi scientifici abbiano fatto passi da gigante, ma ascoltare di puntare sul nucleare quando un referendum ne ha limitato le capacità, fa davvero sensazione. La giornata politica è scandita non solo dal leader della Lega, ma dal voto finale in 13 comuni capoluogo nella sfida tra centrosinistra e centrodestra, che può riservare ulteriori sorprese in seguito al fatto che nessuno dei candidati sindaco è riuscito a superare al primo turno la soglia del 50% dei voti.

Gli occhi sono puntati su Verona, Catanzaro, Parma, Lucca, Piacenza e Viterbo. Il ballottaggio vede in campo, Damiano Tommasi, civico sostenuto da tutti i partiti del campo largo. Il terzo incomodo è Flavio Tosi, L’ultima volta che il centrosinistra ha vinto qui, è stato nel 2020. Potrebbe succedere ancora.

A Lucca si cerca un voto tra le polemiche, l’esito del primo turno vede in vantaggio il candidato del centrosinistra Francesco Raspini con il 42,7%, Il candidato sindaco del centrodestra, Mario Pardini, ha trovato l’accordo grazie s Fabio Barsanti, già eletto consigliere comunale di Casa Pound. E qui sono scoppiate le polemiche. A Piacenza la sfida è tra due donne, la sindaca uscente Patrizia Barbieri, sostenuta dal centrodestra e la consigliere regionale del Pd, Katia Tarasconi. Tarasconi è la più votata al primo turno, con due punti di differenza.

Ma il mondo politico romano è appeso all’interrogativo di cosa succederà a breve. C’è una nota di un deputato di Azione, Osvaldo Napoli, dove è indicata “l’ineluttabilità di Mario Draghi a Palazzo Chigi anche dopo le elezioni del 2023”. Il percorso avviato da Draghi in Italia “ha riscosso l’approvazione unanime in Europa al punto che la sua leadership si impone fino, se non a sostituire, certo ad affiancare e rinvigorire l’asse Parigi-Berlino, per molte ragioni appannato”. Ed è per questo che l’esito elettorale odierno ha una valenza notevole sul futuro delle alleanze del Pd. Le parole di Andrea Romano, deputato Dem, al “Giornale” hanno scosso il mondo politico con la dichiarazione che “chi smette di appoggiare il governo Draghi si pone fuori dall’alleanza di centrosinistra”. Tutto il Pd rimane ad attendere i risultati dei ballottaggi per le comunali, prima di assumere una posizione netta nei confronti di Luigi Di Maio.

Malgrado le comunali non siano ancora concluse, già si profilano nuovi candidati alle regionali del 2023. Letizia Moratti si è fatta avanti offrendo la propria disponibilità alla coalizione di centrodestra, ogni giorno me lo chiedono, ha detto la vice-presidente della Regione Lombardia. “Molti ritengono, ha affermato, che dopo un lavoro generoso e positivo, io possa essere una risorsa per il centrodestra”. I giochi sono aperti.

Salvini però frena la Moratti. “La Moratti – dice – è un assessore di centrodestra, di una giunta di centrodestra, con un governatore di centrodestra. Se il governatore Fontana – deciderà di ricandidarsi l’appoggio della Lega andrà al governatore.” Enrico Letta ha lanciato una proposta unificante di vari partiti; “Un patto di governo e parti sociali, mettendo il grosso delle risorse del bilancio sulla riduzione del costo del lavoro per un intervento choc sul cuneo fiscale”.


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