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Il ritorno sulla scena non se l’aspettava così, Silvio Berlusconi mentre sorge il sospetto di un’Opa su Forza Italia da parte dei centristi

Il ritorno sulla scena non se l’aspettava certo così, Silvio Berlusconi. Si attendeva una festa, un abbraccio trasversale, una incoronazione da padre nobile. E invece si è ritrovato a dover recitare la parte dell’infuriato con Giorgia Meloni. Addirittura a dover mandare a quel paese il neo presidente del Senato Ignazio La Russa.

«Ma no, Ignazio, è un amico, sono contento sia stata eletto, sarà un buon presidente del Senato. Ci conosciamo da oltre trent’anni». Intanto resta nel taccuino dei cronisti la scheda bianca degli azzurri per l’elezione della seconda carica dello Stato.

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«Non ci piacciono i veti – si giustifica l’ex premier – c’era stato un veto. Io e Casellati abbiamo votato La Russa come un voto di apertura e collaborazione, il resto del gruppo no perché non ci piacciono i veti, non si devono fare». Si può sintetizzare così la lunga giornata del Cavaliere al Senato. Va da sé che ci sono stati i selfie, le battute sul calcio, il Monza che ha sconfitto la Juventus, il Milan. Insomma, il solito cote berlusconiano non è mancato.

BERLUSCONI E RONZULLI NEL SALONE GARIBALDI

Prova a ritornare centrale e a fare ombra al nuovo Parlamento. Non si parla d’altro nel salone Garibaldi di Palazzo Madama. Il Cavaliere si presenta accompagnato dalla fedelissima Licia Ronzulli. Codazzo di parlamentari al seguito. La notte non ha portato consiglio. Non è chiaro se ci sia o meno l’accordo sul futuro presidente del Senato, Ignazio La Russa. «Vediamo, ma credo di sì» rassicura i cronisti il leader azzurro. Eppure le facce scure dei senatori di Fi celano un malessere diffuso. «La trattativa è ancora ferma al palo. Ci stanno lasciando le briciole, vogliono scegliere nel nostro partito» è l’accusa trasversale che parte dal contenitore berlusconiano.

A proposito Ronzulli è alla buvette a pochi passi da Maria Stella Gelmini, ex berlusconiana. Nemmeno uno sguardo, figurarsi un saluto. Improvvisamente lo stato maggiore di Forza Italia sparisce dai radar. «Il presidente è riunito in una stanza con i suoi senatori per stabilire il da fare» informano gli uffici stampa di Forza Italia. Filtra che gli azzurri potrebbero optare per la scheda bianca alla prima votazione. Facendo così La Russa non avrebbe i numeri per essere eletto. I senatori di Fi sono 18 su 115 dell’intero centrodestra. E per l’elezione del Senato servono 104 voti. Alle 12.16 inizia la prima votazione al Senato. Berlusconi è il primo a non rispondere alla chiama. Segue a ruota la senatrice Anna Maria Bernini. Poi è la volta di Stefania Craxi. Sembrerebbe che Forza Italia abbia scelto di non votare. Tutto è legato al mancato accordo sui ministri, al veto su Licia Ronzulli in un ministero di peso, e al nodo giustizia: Berlusconi desidera un profilo fra Francesco Paolo Sisto e Maria Elisabetta Alberti Casellati.

PASSA LA LINEA DELLA ROTTURA

Passa la linea della rottura. Il partito del Cavaliere vuole inviare un segnare di irritazione riguardo alle trattative per il governo. Non caso, nel corso della riunione, l’ex premier avrebbe sottolineato che il metodo seguito fin qui per la composizione dell’esecutivo è sbagliato, anche perché non si possono mettere veti e bisogna portare tutti i partiti nel governo con il giusto peso. È lo scontro. Segue colpo di scena. Berlusconi rientra in aula e dà il suo voto a Ignazio La Russa. Lo stesso farà Elisabetta Casellati. Sembra essere tutto rientrato. Anzi no.

Gli altri senatori azzurri non votano. Si spacca la maggioranza di governo di centrodestra che al primo voto della nuova legislatura non si mostra compatta. Scena epica. Berlusconi è seduto al suo banco. Si avvicina La Russa. I due parlottano ma non sembrano scambiarsi complimenti. Berlusconi manda un «Vaffa» a La Russa e quest’ultimo si allontana. Un’immagine che fotografa più di qualsiasi parola lo stato dell’arte della coalizione. Alla fine La Russa verrà eletto con 116 voti. Significa che il neo presidente del Senato ha ottenuto 17 voti dall’opposizione.

IL SOSPETTO DI UN’OPA DEI CENTRISTI SU FORZA ITALIA

Si sprecano i retroscena. Il sospetto più concreto è che ci sia in atto un’Opa proprio su Forza Italia. Da parte dei centristi. Renzi si oppone a questa ricostruzione. E lo stesso fa Calenda. «Non esiste». «È una ripicca di Gelmini e Carfagna contro Licia Ronzulli» ride sotto i baffi un senatore centrista. C’è addirittura chi reclama il Var. Fatto sta che il soccorso non può essere arrivato solo dai centristi ma anche da Pd e 5Stelle.

Ma la giornata non è ancora conclusa. Berlusconi lascia il Senato, non proprio felice. Segno che si aspettava un altro ritorno al Senato, a nove anni di distanza dalla decadenza per la condanna definitiva in Cassazione.


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